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Aggiornato: 28 giugno 2025


Signora, io non so... non so se debba imbronciarmi o ridere con voi. Si, ridete, ridete! Tutta questa gaiezza non ha nulla che possa recare offesa al vostro carattere, ve lo giuro! Mi fido di voi, bella signora, e rido anche io. Povero Felicino! Orvia, si fa tardi; andate a vestirvi. , avete ragione; questa volta vado subito. Due minuti, e torno.

A proposito del tran tran, sai tu, Felicino, che m'hai fatto un vero regalo colla tua teoria dell'ignoto, del dio Caso e del ragionare coi piedi? Senza quel tuo discorso eminentemente filosofico, io sarei andato a letto, in cambio di starmene sdraiato su questo canapè ad aspettare l'ignoto.

, Felicino, pur troppo; il figlio della luna, il cugino del sole, s'è maledettamente annoiato. Male! io mi son divertito. È vero che le spese non le ho fatte io, e piacere che non sente il rame è pretto piacere. Che ottima cena! Viva te, Roberto primo ed unico della tua dinastia! Viva il tuo vino, i tuoi tartufi! e le tue bajadere. Che vispe ragazze!

Altro che supporre! lo credo, lo vedo; ma non importa. Se pensi che i miei talenti oratorî possano giovarti presso di lei.... Ah, Felicino! io ero nato per essere oratore! Basta, ti servirò; tu mi hai dato il tuo specifico contro la noia, io ti son debitore del ricambio.... se pur lo sar

Felicino, diss'egli, con accento grave che dimandava altrettanta gravit

Sta bene; rispose Felicino, mettendo fuori le parole a stento, ma tutto ciò non è molto chiaro. A qual pro un matrimonio clandestino? Ah, per cotesto ti assicuro, Felicino, che ci abbiam avute le nostre gran ragioni. Io te lo dirò poi.... se la mia signora consentir

Madonna Laura, a sentirlo parlare come aveva fatto allora, fu costretta a pensare che il suo cugino non si pigliava po' poi grande rammarico della sua perdita. Felicino era un uomo del suo secolo, o per dir meglio, del suo mezzo secolo. Il decimonono va diviso in due periodi; il primo è di Jacopo Ortis; il secondo di.... manca il nome, perchè ancora manca il libro, ma i lettori capiscono.

Ecco la chiave! gridò egli, entrando col prezioso arnese tra le dita. Essa era a terra, di costa al tavolino. Anch'io ho trovato la mia! borbottò Roberto Fenoglio, guardando di sott'occhi madonna Laura. Quindi, fattasi scorrere la palma della mano sulla fronte, come un uomo che ha presa una deliberazione, entrò a parlare in tal guisa. Felicino, amico mio, ti presento mia moglie! Tua moglie!

Questo grido uscì dalla bocca di Felicino Magnasco, come il «tu quoque, Brute, fili midalla bocca di Cesare. In quel grido si distingueva la meraviglia, l'ironia, il rimprovero, e Dio sa quante altre cose ancora!

, Felicino mio; ne comprerò dieci, venti, trenta, ne riempirò tutte le camere, tutti i bugigattoli di casa; ma tutti segneranno le sei e un quarto, eternamente le sei e un quarto. Bravo! soggiunse Magnasco, sforzandosi a sorridere e non venendo a capo che di fare una smorfia. Così non ti seccheranno col loro tran tran. Certamente; tu dixisti!

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