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Aggiornato: 6 giugno 2025


«Voi dunque rammenterete, Rogiero, che numerosi furono un giorno i figli dello imperatore Federigo II, e rammenterete pure suo primogenito essere stato Enrico, eletto Re di Lamagna, vivente il padre, ora volgarmente conosciuto col nome di Enrico lo sciancato, però che la malignit

Intanto Federigo lasciato Napoli si porta a Genova, poi ad Aquisgrana, dove Re dei Romani lo confermarono.

E tutta Italia se ne turbò. Il papa scomunicò Lorenzo e la Signoria per l'uccisione del vescovo Salviati, e s'uní con Ferdinando di Napoli e con Siena contra Firenze. Federigo, duca di Urbino, fu condottiero della lega; Ercole d'Este, de' fiorentini, che al solito non avean grandi uomini di guerra tra lor cittadini. Bona di Savoia, reggente il ducato di Milano, era sola alleata loro.

Mi si perdoni la digressione, e torniamo alle stoltezze del secolo decimoterzo. Del resto, dopo poca e oscura guerra, fecesi una prima pace tra la lega guelfa e il papa per una parte, e Federigo dall'altra.

Mentre così si avvicinavano a Roma, ecco occorrere a Federigo una magnifica ambasciata del Senato e del popolo romano, che ammessa alla sua presenza così cominciava: «Gran Re, noi, di straniero che eravate, vi abbiamo sollevato all'onore di essere cittadino, e Principe nostro;» e così continuavano, fino ad esporre per patti della sua incoronazione il pagamento di cinquemila libbre di oro, e la concessione al Senato di reggersi come meglio gli piacesse. Federigo, a mala pena contenendosi, tutto infiammato nel volto rispondeva: «Roma o omai gran tempo che è convertita in nudo nome; voi mentite, se osate affermare me essere vostro Principe per elezione della vostra volont

E cosí Federigo riacquistò con un matrimonio piú potenza in Italia a sua casa Sveva, che non ne avesser perduta egli e i suoi predecessori della medesima o della prima casa Ghibellina.

Federigo mandò un messo imperiale a Milano con un diploma in favor di Lodi, e i milanesi glielo tolsero di mano e stracciarono in faccia, e lo cacciarono. Scese quindi ben accompagnato di milizie feodali Federigo per il Tirolo, e venne presso a Piacenza; a quel campo di Roncaglia, dove gli ultimi imperatori solean tener dieta e raunar loro aderenti, dacché appunto solean chiudersi loro le cittá.

Fu nell'anno 1499 che il re Federigo di Napoli decretò che Tagliacozzo ed Alba dovessero appartenere ai Colonna, come anche la baronia di Carsòli.

Lettere di Carlo, date il 9 e il 14 giugno, nel Testa, Vite di Federigo II di Sicilia, docum. 1 e 2.

D'altronde i fuoriusciti anco non preti sempre così, onde bene a proposio Federigo Torre con le parole del Macchiavello avverte: «debbesi considerare quanto sieno vane la fede e le promesse di quelli che si trovano privi della loro patria.

Parola Del Giorno

dell’esule

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