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Aggiornato: 13 giugno 2025


Aspetta a parlare domani sera ripigliò la signora Federica in tuono solenne. Quando avrai visto Lucilla sotto le spoglie di Margherita capirai che il vero Faust di quella Margherita devi esser tu.... Intanto preparati a ballare, che gi

Qualcuno?! domandò Pietro dando un balzo. Senti.... Senti.... Era il pianoforte, era Pio Calca, sorvegliato da monsignor Meneguzzi il quale, a sua volta, teneva sempre nascosta la mano senza l'anello, era Pio Calca che suonava il duetto del Faust: ".... Dammi ancor... dammi ancor... contemplar il tuo viso..."

Io so tutto, io ho conosciuto tutto, io ho cento anni come Faust e non vi è più Margherita che possa farmi ringiovanire. Io sono un uomo morto, Luisa. Perchè ti sei innamorata di me? Così diss'ella, con la voce monotona della disperazione. Senza una ragione? Così. Non basta, Luisa.... Credevo..., , credevo che tu mi amassi.... Ti sei ingannata le disse. Io non ti ho mai amata.

Pulcinella, parla sempre con una voce gutturale che si presta straordinariamente all'effetto comico e si vale per lo più del più puro dialetto trasteverino. La stravaganza del suo dire è grande, ma spesso i suoi lazzi sono spiritosissimi. È questa dote caratteristica dei popoli di razza latina, particolarmente degl'italiani e degli spagnoli. Nella loro poesia popolare riescono a mescolare, in modo originalissimo, l'elemento tragico con quello comico. Leporello non è punto diverso da Pulcinella. Calderon, meglio forse di ogni altro poeta della sua nazione, ha saputo riprodurne fedelmente e felicemente il carattere popolare, particolarmente nel suo dramma il Mago meraviglioso. Nel nostro Faust del teatro dei burattini, che pur troppo non si recita più che raramente, Pulcinella, quantunque truccato da tedesco, pure conserva la sua vivacit

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