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Aggiornato: 22 giugno 2025


Ma le guerre esterne avevano bisogno d'oro e d'argento, perché in terre aliene, ove gli altri popoli non si contentavano di vivere alla spartana: gli stessi spartani avevano bel mostrare moneta di ferro, che, se altra non avevano, non averebbono a' bisogni del vivere potuto provvedere.

Abbiam vista la seconda delle funzioni, e potremmo tornarvi per fermarci sui parati e sulle macchine che si costruivano in chiesa, sulla grande musicata per la messa cantata, sui ceri accesi a tutti gli altari, sulle lumiere pendenti dalla volta, sulle torce spettanti alle monache e sulla profusione di dolci tra i presenti e gli assenti, tra i funzionanti e gl’impiegati, i protettori, i familiari, i clienti del monastero, non escluse le converse, le cameriere, le donne esterne di servizio. Ma nossignore: più tardi verranno i primi ufficî e lo insediamento in essi. Vanitosa come figlia di Eva, orgogliosa quanto una nobile del settecento, la giovane religiosa non vorr

A notte avanzata, feci un giro per il palazzo. Sui pianerottoli, davanti alle porte delle camere, nel giardino, per le scale c'erano soldati accovacciati, ravvolti nelle cappe, che dormivano profondamente. Dinanzi alla piccola porta del cortile russava all'aria aperta il fedele Hamed Ben Kasen, disteso sopra una stuoia, colla sciabola al fianco. La luce velata delle lanterne faceva scintillare i musaici dei pavimenti e dei muri che parevano tempestati di perle, e dava a tutto l'edifizio l'apparenza misteriosa e magnifica d'una reggia. Il cielo era tutto stellato, e un vento leggero faceva stormire gli aranci del giardino. Si sentiva distintamente, nel silenzio della notte, il rumore del Fiume delle perle, il gorgoglio delle fontane, il[tn261] tic-tac degli orologi, e di tratto in tratto le voci acute delle sentinelle, che dalle varie porte esterne del palazzo si davano l'all'erta cantando delle preghiere. Che belle ore passai, quella notte, col viso all'inferriata della finestra su cui batteva la luna, pensando alla grande citt

Passate due porte esterne, divise da una salita ripidissima, ci trovammo nel centro della citt

La legione romana, forte allora d'un cinque o seimila uomini, e formata di fanti gravi e leggeri e di cavalli, era senza dubbio una bella unitá militare. Ma forse nemmen questa fu esclusivamente de' romani; ed all'incontro tal fu allora la milizia stanziale. Cosí si maturò la costituzione civile e militare, ad uso delle esterne conquiste.

Le facciate esterne dell'edificio erano ricoperte d'edera ingigantita dai secoli, ma, l'interno ripulito accuratamente dai moderni abitatori, se non presentava tutti gli agi che si possono aspettare in una casa moderna, offriva buon numero di sale e stanze ben conservate e spaziosissime.

Ripensando, oggi, le mie sensazioni di allora, rimettendomi con la immaginazione in quello stato, mi sento intorpidito, impacciato, incapace di ricevere intero l'urto delle impressioni esterne, di trasformarlo, di assimilarlo; quasi mi mancasse l'attitudine della resistenza, quasi i miei nervi fossero stati di bambagia. Era proprio così.

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