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La morte del Trivulzio e la partenza, per non dire la fuga, del Lescuns, quantunque non fossero fatti della più grave importanza, avevano di molto accresciuto il coraggio e le speranze di coloro che la Francia, e chi stava per Francia, chiamava ribelli. Si entrava gi

Anche l'arrivo improvviso di Giorgio, che anticipò di ventiquattr'ore il ritorno, fu cagione per la poveretta di angoscie nuove e inaspettate. Erano tutti raccolti nel salotto: Lalla al pianoforte, provava un notturno delicatissimo di Chopin quando, d'un tratto, la soneria del portone fece trasalire la poveretta... e un momento dopo, entrava, appena annunziato, il conte Della Valle.

Ciò mi riguarda disse il dottore, dandogli congedo. A mezzodì, il seguente, il dottor Gennaro conte di Nubo entrava nel coupé di posta, azzavorrato della sua nipote Regina Bello, munito dell'atto di nascita di lei legalmente falsato. La gitanella.

Fatta questa lieve riflessione, pensai che soltanto la giustizia è bendata, non il buon senso; per il che provvidi a riaprire gli occhi. Litzine e Madlen eransi coricate; una dolcissima coltre nascondeva l’eterna forma del peccato. Sui guanciali di pizzo, disciolte, si arruffavano le lor dissimili capigliature. Una entrava nell’altra, come il fieno scuro nella paglia bionda. Spensero il lume.

Per Morella, Balbek entrava poi nei misteri di quella vita parigina, di cui aveva letto tante cose nei romanzi, udito tanti racconti mostruosi di grandezza e d'infamia. Quel precipizio del mondo opaco parigino

E in quel momento, con lo spettacolo sotto gli occhi di colui che ormai sapevo cadavere in cui nessuno avrebbe potuto infondere un nuovo respiro di vita, tendevo l'orecchio al cinguettìo dei passeri che entrava, clamoroso, dalla finestra, e riflettevo intorno alla grande indifferenza della Natura per le nostre gioie e pei nostri dolori, pur indignandomi di poter pensare a simili cose in quel tragico istante.

Un nuovo e più vivace elemento entrava nella vita di Guido Laurenti. Era una bella e nobile vita la sua, intelligente, studiosa, operosa, e si disponeva acconciamente a diventar feconda d'intendimenti generosi. Ma il calore non c'era; non c'era quella tal cosa che fa dire col poeta latino: «spiritus intus alit». Egli era, se posso giovarmi del paragone, come un bel disegno senza colore, o come un bel paese senza luce, il che poi torna lo stesso, imperocchè i colori non sono che le sette persone di quella santissima Settenit

Agata consigliava la Menica, entrava ed usciva; finalmente si mise a chiamare Martino. Alla sua voce, Bitto, che dormiva saporitamente ai piedi del letto, alzò la testa, e ascoltò attentamente. Martino.... Martino.... essa ripeteva.

Lo stolido, sin dal giorno in cui il cancelliere gli aveva letto la sentenza della Rota, che lo condannava, era caduto in un grande abbattimento; passava le giornate sdraiato in terra nella prigione, alzando appena la testa quando qualcuno entrava, rispondendo di rado alle domande che gli erano volte, e soltanto dando in risposta parole sconnesse e insensate.

Ma qui finiva ogni sua gioia, e quella considerazione stessa ne portava seco mille altre, ma di un genere ben diverso; e pensando che egli appunto aveva dovuto far ciò che mai non avrebbe fatto, a sostentare la moglie e i figli, pei quali ci voleva pane e pane a rigore di termine, gli entrava tanta molestia addosso che lo traeva alla disperazione, e tanto più che di quando in quando gli veniva il sospetto non fosse mai per mancargli la liberalit