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Aggiornato: 21 giugno 2025


Quel raguseo è stato la cagione della mia ruina. DOTTORE. Come ti colse quel raguseo? MANGONE. Con un presente di molto prezzo; e non m'accorsi che sotto la maschera di quel presente stava nascosta la trappola. PANFAGO. Ditegli che vi mostri quel presente. DOTTORE. Di grazia, fammi veder quel presente per isgannarmi. PANFAGO. Filace, conduci qui quel presente che mi portò il raguseo.

LIDIA. Adopratevi prima che Cintio m'ami, ed io mi sforzerò di amar questo vostro amico. AMASIO. Fate prova d'amar prima quel mio amico, ch'io poi mi adoprarò che Cintio v'ami. LIDIA. Se non avrò presto aita mi morrò disperata, cosí è immensa la mia passione! AMASIO. L'istessa sente quel mio amico per voi. LIDIA. Ditegli che pensi in altro. AMASIO. E Cintio dice che pensiate in altro.

Lo scritturale che si era lasciato veder poco prima, colla penna appiccata all'orecchio e gli occhiali sulle gobbe della fronte, tornò a far capolino dall'uscio dello studio. Ehi! conducete questa signora, dissegli il principale, dal signor Pietro, a nome mio, e ditegli che faccia per lei quello che può.

Dunque, Guidello lo afferro alla gola... Andate da vostro zio e ditegli che, facendo come fate voi, non si guadagnano più gli speroni d'oro. Croce di Dio! chi diede ordini così? A chi si obbedisce?

Vi saluto: e grazie. Ciccillo viene? Fra una mezz'oretta è qua. Salutatemelo, Pascalì; ditegli che scusasse, se sono tutti soldi. Non fa niente. Ella restò pensosa, un momento, mentre Pasqualino se ne andava, facendo scricchiolare le sue scarpe.

Come sta egli? Dev'essere molto abbattuto dopo una lunga prigionia... Oh no! mi parve che stesse bene, quantunque non glie l'abbia domandato. Non vi ha consegnato nulla per medisse Emilia. Mi ha dato questo, dicendo che vi avrebbe scritto se avesse avuto l'occorrente. Prendete.» E le consegnò una miniatura. Emilia riconobbe il suo proprio ritratto, lo stesso che aveva perduto sua madre in modo così singolare alla peschiera della valle. Pianse allora di gioia e tenerezza, e Lodovico continuò: «Mi ha scongiurato a procurargli un abboccamento con voi. Gli rappresentai quanto mi paresse difficile farvi acconsentire il suo custode; mi rispose ciò esser più facile che non immaginassi, e che se ne gli avessi portata la vostra risposta, si sarebbe spiegato meglio. Quando potrete rivedere il cavaliere, ditegli che acconsento a vederlo. Ma quando, signora, in qual luogo? Ciò dipender

La sua condotta, leggiera soltanto agli occhi dei più, appariva indegna a donna Livia; ma quel fondo di alterigia, che vi era in lei, la faceva ripugnante assai a soddisfar donna Rosalia. Una sola parola, supplicò questa piangendo.... Ditegli soltanto che io gli perdono. La duchessa non resistette. Vo le prometto, rispose, senza sapere quasi a che s'impegnasse. Oh grazie!

Ma ormai, un nero presentimento mi ripete che io mi sono illuso, e perciò la mia pace sará irreparabilmente perduta! E se mai qualche estraneo, per suo mal'animo avversasse l'armonia Celeste del mio cuore innocente, ditegli Voi, che «Chi ferisce di spada perisce di spadaSempre V.^o ALFREDO.

«Andate a fare questa mia commissione a Garibaldi e ditegli che conto su di lui, come egli può contare su di me per il bene d'Italia». Il colonnello Turr portò la parola del Re a Garibaldi che si trovava a Fino e che subito si ritirava a Caprera. Ma non doveva trattenervi a lungo e venne il momento in cui Garibaldi dovette decidersi di passare sul Continente, e s'imbarcò coi suoi fidi compagni.

Ah, per oggi basta, perdio! Ditegli che non ci sono, ditegli! Poi, dopo qualche boccone, si trovò pentito, Era forse uno che meritava più degli altri. La ragione è che ne ho troppi. Da un po' di tempo il mio uscio sembra l'uscio del duca Scotti.

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