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Aggiornato: 10 maggio 2025


MALFATTO. Te nne vai, eh? Odi, di grazia; ascolta un'altra volta. TRAPPOLINO. Che vòi, prosontuoso? LUZIO. Ché non li gitti qualche pitale nel capo, si lo hai? E levatello dinanzi. MALFATTO. Eh! non far, de grazia, fratello: vòi? TRAPPOLINO. Son contento. Ma dimme: chi adimandi? MALFATTO. Adimando che vorria parlare di portante a lui. TRAPPOLINO. Chi diavolo sei tu? MALFATTO. So' quello.

Eppure... sotto a tutto quer celeste, Ma, dico, dimme un po', chi lo direbbe Che ce cóveno sotto le tempeste? Cusì uno, finché nun ce s'avvezza, Che te credi che lui ce penserebbe, Si fino a dove arriva la grannezza? Ché mica te giova esse' sapiente; Nun giova avecce testa o ritintiva, Cór mare, si nun ci hai immaginativa, Te l'immagini sempre diferente.

Andiamo. LUZIO. E dove è lo legno che tu porti? MINIO. Eccolo, e è piú grosso che non è lo tuo. LUZIO. Non è vero. Attenta un po' come pesa lo mio. MINIO. Gran mercé, ché lo tuo è piú bagnato! Per ciò... LUZIO. E lo mio è piú meglio. Ma dimme un po': chi era quella ch'era alla finestra? MINIO. Era la fantesca. LUZIO. Me credevo che fussi tua madre. MINIO. No. È piú bella madonna mia.

Vacce piano, nun te lo beve' tutto. Ma piuttosto de beve' a 'sta maniera; Ma dico, dimme un po', ma tu lo sai Si lui, Colombo, proprio de dov'era? De dov'era? Lo vedi com'è er monno? Quann'era vivo, ch'era un disgraziato, Se ' che gnisuno ci ha badato, E mo che nun c'è più, tutti lo vonno. Nun fa gnente? Ma intanto t'arisponno.

E quanno la baciai la prima vorta, Me disse: Si m'avrai da da' er dolore De dimme che de me nun te n'importa, Prima de dillo sfonnemece er core. E da quer che j'arde el lanternino Davanti a la crocetta ar camposanto Lo porto addosso come un abitino. E si la festa vado a fa' bisboccia, Si be' che ci abbi tanti amichi accanto, Er mejo amico mio ce l'ho in saccoccia.

E' non son miga chiachiare! La vorrebbe far da vero. GIGLIO. Pos dimmi, de grazia. De quien es innamorada? que non es possibile, que es aun troppa gioven. PASQUELLA. Cosí non fusse o almen si fusse messa con un par suo! GIGLIO. Dimme, por tu vida: quien es? PASQUELLA. E' non si vuol dire. Vedi: fa' che tu non ne parli. Non cognosci quel ragazzo di Flamminio de' Carandini?

Ceca mia, quando me vòi far far un figliolo? CECA. Taci, balordo! E dove trovi tu che gli omini faccino figlioli? MALFATTO. O fallo tu, adunque; e io te cci voglio aiutare. CECA. Ne arei ben voglia. MALFATTO. Che dici? Non sei contenta, Ceca mia bella? CECA. , . Dimme un po': el tuo patrone compone piú versi? MALFATTO. . È andato verso qua giú. Poco stará a tornare.

Ma d'antra parte, queli ciurcinati Pure loro bisogna compatilli: , soli, in mezzo ar mare, abbandonati, Se dice presto, rimané' tranquilli! Capisco, dichi tu: ce sete annati, Dunque è inutile a fa' tutti sti strilli: Ma, dimme un po', dov'ereno 'rivati? Che facevano ? Qui sta er busilli.

Parola Del Giorno

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