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Aggiornato: 21 luglio 2025
Io ti ho spaventato sfiorando con la mia ala di gabbiano I tuoi scoscendimenti mostruosi di secolare scogliera.... Io sono, dici, un milanese che va troppo in fretta. E' infatti la tua tenerezza sbigottita che colora di giallo e di rosso e di nero e di verde e di bianco la pelle trasparente delle tue vetrate camaleontiche.
Che dici? tentò di interrompere egli, in un impeto di protesta. Non io; lo hai gi
VIGNAROLO. Io ne son padrone da quel tempo che ne fu padrone Guglielmo. GUGLIELMO. Chi Guglielmo? VIGNAROLO. Degli Anastasi. GUGLIELMO. Guglielmo Anastasio? quello che andò in Barbaria per saldar la ragione con quel suo compagno e si sommerse nel golfo? VIGNAROLO. Quello che tu dici. GUGLIELMO. Or se Guglielmo si sommerse in quel golfo, come or si trova vivo nella cittade?
Me' cucina Tidda... no p'affinnilla, criatura! ma trentott'anni non l'ha' a fari cchiù!... 'U sapiti comu si dici: «l'omu a vint'otto e la fimmina a diciarottu». Pi unu di chissi, poi, accussì pristanti! a diffirenza di deci anni non cci basta cchiù!... cci nni voli una di vinti!... Ma 'ntantu... gi
A Serafina quella sera parve assai simpatico l'amico di suo marito. Che te ne pare? le domandò questo tornati a casa, mentre lei, spogliandosi davanti allo specchio veniva denudando il suo bel corpo di statua. È molto educato. Dici ciò in un modo.... Ti par brutto forse? Affetta una cert'aria d'uomo stanco....
Vagisci, o bimbo, e il tuo vagito pare non so quale prodigio d'eloquenza. Non pensi, è ver, ma a tutto fai pensare in questa tua dolcissima incoscenza. Non pensi, è ver, ma quante cose care al babbo dici.... Con dolorante rancore, scrolla il capo. al babbo dici, inconsciamente, senza che l'aria stessa le possa rubare alla felice tua breve innocenza.
E così dicendo strisciò un'occhiata rapida sul marchese e sua moglie. Lo dici forse per me? domandò questa. No, lo dico per me! Scusa, ma avresti torto. Lo dico per te, lo dico per il marchese, e lo dico perfino per quella vecchia minchiona d'una balia, che andò a prestargli i danari che aveva messi da parte. Tutti quanti contro di me. Pareva fossi io quello che gettava i danari dalla finestra.
Mortella. Ah, risparmiami! Costanza. Ho compreso.... Tu m’accusi di essere la sua complice, d’aver conosciuto e secondato il suo disegno, d’averlo aiutato a uccidere.... Mortella. Non posso ascoltarti. Se séguiti, mi lascio cader giù. Costanza. No. M’ascolterai. M’accusi di questo? È questo che pensi? è questo che dici? Mortella. Sì.
Ti sei portato da negoziante provetto e consumato. Se il diavolo non ci mette la coda, in poco tempo la sostanza del conte O'Stiary, deve essere tutta nostra! Ora che si fa? domandò Marliani alla Bibò. S'hanno a dare questi dieci mila franchi o non s'hanno a dare? Tu che ne dici? Sai che io faccio quello che vuoi? Ebbene allora bisogna darli. Pensa Filippo che siamo gi
Sconvolta, veramente. Tu lo dici. Che ero io divenuta? Non t’accorgevi di me. Eppure avevo gi
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