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Aggiornato: 12 giugno 2025
Quella porta metteva alla torre del Negromante. Conte Ugo si fermò un tratto, depose la lucerna a terra e stette ad udire. Nessun rumore veniva di l
L'orologio d'un campanile poco lontano suonò le dieci. Ancora mezz'ora! pensò Drollino. Scese, si terse il sudore che gli rigava le tempie, estrasse di tasca la pistola, la osservò attentamente, e la depose sul terreno accanto a sè, a portata della sua mano destra.
Sono due: rispose il domestico; ma il più impaziente, quegli che mandò su il garzone è il signor Borgetti agente di cambio. Pannini piantò lì a mezzo la tazza che stava bevendo, la depose sulla tavola affrettatamente, gettò col
Sempre devotissimo MARCANTONIO MESCOLI, industriale. Elisa depose la lettera, con sussiego, sul tavolino, dichiarando che quella era molto ben scritta. Alfredo non pronunciò verbo e sorrise. Io accetterei d'avvero, soggiunse la sorella, perchè si possono ivi esporre francamente le proprie opinioni.
Manfredi soprastette alquanto, poi si mosse per alzarsi dal trono; parve che non potesse; tentò di nuovo, e invano; alla fine con inestimabile sforzo si levò in piedi, scese i gradini, e si fermò davanti l'altare; depose sopra esso lo scettro, la corona, e la clamide; alzata quindi la destra nuda verso i Baroni esclamò: «Noi non vogliamo sangue.... noi non vogliamo il vituperio vostro.... cessate di cercare nel tradimento la via di rovinarci dal trono.... voi nol potreste.
E come aveva fatto prima l'ufficiale, depose un bacio su quel freddo cadavere. Dal Pozzo era tanto spaventato che non poteva profferir parola. Federico, più pallido della morte, stava immobile appoggiato alla parete.
Ella ebbe una strana sensazione nel vedergli la faccia così animata, salirono i due rami di scale; quindi De Nittis sempre dinanzi si avviò alla camera di lei. Appena vi furono dentro, depose le candele sul comò, e si volse per aiutarla a torsi lo scialle. La camera aveva le finestre socchiuse per ricevere l'aria balsamica della notte. Debbo chiudere? le chiese.
Un'Ode del Crocco scritta per la Nascita del Re di Roma e citata dal Cantù, cantava: Si scosse il Tebro, lo squallor depose Roma, rinata allo splendor dal soglio, Ed alla maest
Egli fissò un istante lo sguardo su quel bellissimo corpo inerte, le cui linee pure, delicate, sembravano scolpite nell'alabastro, su quei capelli, che disciolti si spandevano sul tappeto in onde dorate... ed una fiamma d'inferno si accese nei suoi occhi. Si curvò su di lei e sollevatala violentemente fra le sue braccia, la depose sul letto.
Aleggiava nell'aria un profumo tenue, come la persona che era vissuta nella camera avesse lasciato dietro di sè un solco misterioso, fatto di olezzo inafferrabile e penetrante. La Teobaldi ritornò nel salottino, depose sulla tavola il doppiere, e si mise al piano.
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