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Aggiornato: 25 giugno 2025
Il giovinotto le si inginocchiò dinanzi, come era di rito, le prese la manina, la baciò, e principiò a infilarle adagio il primo guanto. Guarda come stringe, quel mortale fortunato! esclamò Marco Baldi. Ma quasi subito la Castelguelfo strappò l'altro guanto che il Damonte aveva in mano e gli sfiorò con esso la guancia graziosamente, avviandosi sollecita per uscire.
Il Damonte schiattava di rabbia, ma dovette cedere, e quando infine riuscì a levare il piatto e lo presentò, sempre con un palmo di muso, ad Andrea, la Baby non volle più che il Conte lo comperasse, perchè il disegno le sembrava troppo volgare. Stasera pillole di catrame! mormorò Marco Baldi all'orecchio della Contessina.
Ma sentiva che non poteva odiare soltanto la Giustiniani; odiava anche il Damonte, e quell'odio, quella collera sua, in quel primo impeto di sdegno pareva arrivasse fino alla Baby. In fine poi, che cosa me ne deve importare?... Nulla.
E come avea fatto presto a consolarsi della sua lontananza!... Ciò faceva proprio credere che Giuliano forse le avea voluto bene, ma che non era mai stato innamorato... Di tanta gente ch'ella avea conosciuta, suo marito era il solo che non avea perduta la testa per lei!... Avrebbe però voluto scoprire a chi faceva la corte a Vienna, e conoscere la sua rivale... e fors'anche le sue rivali, perchè Giuliano era un certo tomo!... Non tossiva come il Damonte e non sospirava come il Santasillia!... E poi, in complesso, Giuliano era bellino assai, un po' piccolo, ma elegante.
E allora il voto di Andrea e i nervi della Contessina diventarono gli articoli di fede della chiesuola elegante, e uno solo, il più piccolo dubbio in proposito non sarebbe stato di buon genere. Fra gli altri, Titta Damonte e Scipio Spinola si mostravano i più convinti e intolleranti; essi non permettevano nemmeno lo scherzo.
Gli amici attendevano nel salotto, e non volendo farli aspettare più del necessario, ella si presentò non del tutto abbigliata, allacciandosi ancora i nastri del cappellino; poi diede i suoi guanti al Damonte, perchè glieli mettesse... Era questa una grazia speciale che la Baby concedeva per turno.
E un altro divertimento volle prenderselo alle spalle di Titta Damonte e di Scipio Spinola. Titta Damonte cominciava a essere geloso di quel gran girare al braccio di Santasillia, e quando la Contessina condusse il cugino presso il banco dove il giovanotto era segretario, questi non la salutò nemmeno, fingendo di non vederla, occupatissimo a discorrere con un'altra signora.
E tutti, e più di tutti le «dame della consulta» ripetevano spesso questa affermazione dinanzi alla Castelguelfo, e coll'aria, certe volte, di volerla quasi compiangere, come un fiasco patito; e ciò mentre il Damonte non aveva più tosse; e Scipio Spinola cessava di arrossire.
Il Damonte, in piedi vicino a lei, le voltava le pagine della musica e salutò Andrea, come Scipio Spinola, senza dir motto: mentre il Baldi, che stava leggendo sul canapè, si alzò, e in punta di piedi, gli andò incontro per istringergli la mano. La Baby cantava con anima e con passione.
Ma la signora riconobbe il Santasillia e lo salutò chinandosi e voltandosi in atto molto amichevole. Era la Baby con Marco Baldi, Damonte e Scipio Spinola. Andrea, colto all'improvviso, rispose in fretta al saluto, e subito arrossì, provando un senso di dispetto. Come mai quel balordo di mio cugino la lascia sempre sola? E scosse il capo con aria di malumore.
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