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73 Fiordiligi, che mal vede difesa la buona spada del misero conte, tacita duolsi, e tanto le ne pesa, che d'ira piange e battesi la fronte. Vorria aver Brandimarte a quella impresa; e se mai lo ritrova e gli lo conte, non crede poi che Mandricardo vada lunga stagione altier di quella spada.
Poi mi tento`, e disse: <<Quelli e` Nesso, che mori` per la bella Deianira e fe' di se' la vendetta elli stesso. E quel di mezzo, ch'al petto si mira, e` il gran Chiron, il qual nodri` Achille; quell'altro e` Folo, che fu si` pien d'ira. Dintorno al fosso vanno a mille a mille, saettando qual anima si svelle del sangue piu` che sua colpa sortille>>.
Dove, su chi poteva egli sfogare quell'impeto d'ira, tutto quell'odio che si sentiva nell'anima?... Egli non poteva lamentarsi, non poteva soffrire e nemmeno poteva vendicarsi!... Per Dio! che inferno!... che inferno!...
Lo duca stette un poco a testa china; poi disse: <<Mal contava la bisogna colui che i peccator di qua uncina>>. E 'l frate: <<Io udi' gia` dire a Bologna del diavol vizi assai, tra quali udi' ch'elli e` bugiardo, e padre di menzogna>>. Appresso il duca a gran passi sen gi`, turbato un poco d'ira nel sembiante; ond'io da li 'ncarcati mi parti' dietro a le poste de le care piante.
47 Io son di tal valor, son di tal nerbo, ch'aver non déi d'andar di sotto a sdegno. Sorrise alquanto, ma d'un riso acerbo che fece d'ira, più che d'altro, segno, la donna, né rispose a quel superbo; ma tornò in capo al ponticel di legno, spronò il cavallo, e con la lancia d'oro venne a trovar quell'orgoglioso Moro.
Dopo que' primi soprassalti d'ira, il Gritti aveva subito una specie d'atonia, che lo fece durare immobile nel mezzo della camera per molto tempo.
E se tal possa amabil dell'ingegno In me si fosse per dolore estinta, Languito avrei d'ira e superbia pregno, O l'alma a vil furor sariasi spinta: Della vita un frenetico disdegno Spesso prendeami in tanti mali avvinta, Poi la luce de' sacri inni tornando, Io riponea l'empio disdegno in bando.
Lo duca stette un poco a testa china; poi disse: <<Mal contava la bisogna colui che i peccator di qua uncina>>. E 'l frate: <<Io udi' gia` dire a Bologna del diavol vizi assai, tra quali udi' ch'elli e` bugiardo, e padre di menzogna>>. Appresso il duca a gran passi sen gi`, turbato un poco d'ira nel sembiante; ond'io da li 'ncarcati mi parti' dietro a le poste de le care piante.
Poi, di lì a pochi mesi, fatto che fu il matrimonio del quale abbiam parlato, nel cuor di Damiano, a quell'avanzo d'ira che vi stagnava, successe compassione e disprezzo; che se prima gli bolliva dentro la smania di vederlo diffamato come sel meritava, allora sentì quasi che avrebbe potuto perdonargli.
Aveva finito di credere, aveva finito di sperare; amava, amava soltanto, ma il suo amore non era il soave incanto dell'anima; no, egli lo sentiva rodere ostinato come l'odio, e divampare a un tratto come un impeto d'ira. La sua mente smarrita si ribellava contro la fede. E, in vero, perchè doveva egli credere? Quando era stata ben accolta la sua preghiera?
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