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Tu, vezzosa MALVINA, a cui le Grazie Vaghe composer la gentil persona, Nido d'alma più bella, un dì beasti De' tuoi sguardi le piagge erme e romite Ov'io gi
74 Ne qui s'indugia; e il brando intorno ruota, ch'ogni elmo rompe, ogni lorica smaglia; a chi segna la fronte, a chi la gota, ad altri il capo, ad altri il braccio taglia; or questo or quel di sangue e d'alma vota: e ferma da quel canto la battaglia, onde la spaventata ignobil frotta senza ordine fuggia spezzata e rotta.
Nè fra l'ire de l'armi in lui converse Giacque ludibrio a non dovute offese Il busto altier; ma fra le turbe avverse L'Angelo suo custode in guardia il prese; Ei d'alma ambrosia medicollo, e terse L'oneste piaghe, e luminoso il rese; Ed a sacrarsi lo depose in Roma Sul nobil monte, che da lui si noma.
A l fin, essendo sotto l'altrui voglia, T olta mi fu la mia dolce Galanta: L o mio solaccio, il mio contento e spasso, A imè! da me fu radicato e svelto. R imasi d'alma privo, ma nel dolo V ivendo sempre tanto piansi ed arsi, A rsi d'amore, piansi di dolore, M orte chiamando ognor, che al fin privato I o fui de gli occhi e d'ogni sentimento.
Tu mi costringi a torli; prezzo di sangue alla maligna plebe parran tuoi doni: ah! li ripiglia; e lascia a me la stima di me stesso intera. NER. Ove tu l'abbi, io la ti lascio. Esperto mastro sei tu d'alma virtú: ma, il sai, ch'anco non sempre ella si adopra.
A Lei, che d'alma caritate ardenti Gli occhi volgea, con umilt
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