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Aggiornato: 2 giugno 2025
TRINCA. Parlate basso, di grazia, che non fusse qui da presso, e vi sentisse. TRASIMACO. Sia maladetta quella maladettaccia sgualdrinaccia della fortuna, che mi fa udir questo. Ch'io parli basso? qual barba d'uomo mi basta a far paura? Vo' gridar che mi oda: vo' chiamarlo. O Gulone, Gulone, o furfantissimo Gulone! TRINCA. Egli ha poca voglia di far bene: verrá gonfio d'ira a far questioni.
Deh! qual prima piangerò delle tue morti, quella del corpo o quella dell'onore? di quella del corpo non devo pianger molto, ch'essendo nata mortale e figlia d'uomo mortale, non ti potea mancare il morire; ma piangerò la morte della tua fama, ch'essendo nata figlia di padre onorato, coll'innocente tua morte hai infamato te e il tuo parentado.
Era stata una santa precauzione, innanzi tutto per sè medesima, poi per il quieto vivere dell'ipocondriaco marito, infine per il meglio della piccola Elena, la quale prima d'esser chiusa in monastero mai non aveva potuto vedere viso d'uomo che le desse piacere, giacchè anche il seguito dei servi era stato assortito con una saviezza non comune.
In una delle sue corse alla ventura, mentre costeggiava il Po, ascoltò di sotto un macchione uscire un fischio come d'uomo che chiami: s'accosta: era un barchettajuolo, il quale sommessamente gli chiese: Vuol forse passare, signor cavaliere? Perchè cotesta domanda? Oh la si lasci servire. Conosco ai panni ch'ell'è un milanese. Se n'ho passati queste settimane!»
Il suo compagno d'arte non aveva peccato che per eccesso di zelo. Così grande era il tesoro dell'amicizia, sotto quella ruvida scorza d'uomo.
Quanto all'andatura è quella d'un che abbia fretta, il contegno, non punto impacciato, ma dimesso, è d'uomo che conosce benissimo gli usi della citt
Il marito andava, veniva sempre affaccendato: uno sguardo carezzevole alla moglie, un sorriso all'amico, qualche parola buttata lì mentre s'allontanava in fretta, e la sua faccia bruna riprendeva l'aria seria d'uomo d'affari.
A Serafina quella sera parve assai simpatico l'amico di suo marito. Che te ne pare? le domandò questo tornati a casa, mentre lei, spogliandosi davanti allo specchio veniva denudando il suo bel corpo di statua. È molto educato. Dici ciò in un modo.... Ti par brutto forse? Affetta una cert'aria d'uomo stanco....
E non fu appena sorto il mattino, che egli si vestì, mangiò un tozzo di pane che era avanzato dal suo pranzo ed uscì all'aria aperta, coll'aspetto d'uomo che ha assolutamente preso il suo partito, ma che prima di intraprenderne l'esecuzione, vuole riconfortarsi e quasi ribadire il suo proposito. La brezza mattutina doveva far quest'uffizio.
GULONE. Veramente, sí; ché, se non fussi stato in fame, non sarei andato a casa sua, ma sarei venuto alla vostra. TRASIMACO. Dico che non è ufficio d'uomo da bene. GULONE. Io non fui mai uomo da bene, né ci voglio essere: se ci fussi, mi morrei di fame. Io son ladro, buggiardo, furfante e ruffiano, e cosí sguazzo il mondo. TRASIMACO. Cosí tratti gli amici?
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