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Quindi è che de' pezzi cusi per Vicenza il primo, ragguagliato ad 1/9 di soldo e perciò corrispondente a bagattini 1. 1/3, avrebbe a contenere di fino 0,66 di grano; il secondo, ragguagliato ad 1/3 del marchetto o a bagattini 4, avrebbe a contenere di fino gr. 1. 49/50.

E se tu zonzesti prima che lui, avixane el soprascripto illustrissimo signor de la venuta del soprascripto ambassador, e cusì cum lui intendeti de qui, che zonzendo lui prima, ne avixi dicto signor de la toa venuta del compagno, el qual venuto moltiplichi poi l'instantia et efficacia de compagnia.

Nobile lamentando si parte: & Rustico sopra giungendo propinquo a la casa di madona chyreresis: & ivi in alcuni campi metessi a lavorare cusì dicendo

Cusì j'avrebbe detto a quel'ingrato. Invece quello, quello ch'era un santo, Arimase accusì, cór core sfranto, Senz'uno che l'avesse consolato. E quelli che je s'ereno rubato La scoperta, l'onori, tutto quanto, Nun je diedero pace, insino a tanto Che loro nun lo veddero schiattato.

Raffrontato questo pezzo col suo duplo, troviamo nell'ultimo, considerandone il miglior esemplare, una eccedenza del peso. Nessuna maraviglia però mi farebbe se questa eccedenza, che non supera i 5 k., fosse maggiore d'assai. Prescindendo anche dall'angustiosa fretta in cui tali nummi furono cusi sotto una pioggia di palle di cannone e di bombe, osserverò che non occorreva certa scrupolosit

Ma si l'incasso supera er valore De quello che me serve, er giorno appresso Chiudo bottega e vado a fa' er signore. Diceva bene Checco a l'osteria: «Ogni omo deve avécce er suo pensiero». Pensi bianco? Si un antro pensa nero Rispetteje er pensiero e cusì sia.

Cusì fin hora sempre nel profondo Vivo morendo fuor d'ogni speranza Timido paventoso e tremebondo Nudo di quel che a tutti gli altri avanza E s'io dico talhor volto gicondo Muta questa tua folle strana usanza Un tal sguardo me spieghi horrendo e crudo Che a rimembrarlo solo agiaccio e sudo.

Le cornacchie e li farchi da per aria Veniveno a beccájese la faccia, E der pezzo de sopra de le braccia C'era rimasto l'osso. Che barbaria! E ne l'arzallo pe' portallo via, Je trovassimo sotto un istrumento Lungo cusì, che mo sta in Pulizia. Poi don Ignazio disse le preghiere; E tornassimo co' le torcie a vento, Pe' la macchia, cantanno er Miserere.

Fi. Nobile horsù: non più: cotesto: è nulla Faren cusì tu rimarai qui a drieto Et io me n'andarò: godi: e transtulla Lassa lo affanno a me sta un poco quieto Che un messo tale a questa tua fanciulla Mandarò: che serai per sempre lieto Il qual ser