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In tal guisa era stretto il Finaro, che, a detta del Picchiasodo, non poteva uscirne un uccello a volo, che nol vedessero i Genovesi, ed egli inoltre poteva contare le casseruole e i tegami appesi alla parete nelle cucine degli assediati.

S'apparechiano i fuochi e le cucine; le mense d'altra parte in su tapeti. Intanto il re cercando alle vicine valli era andato e a' boschi più secreti, se ritrovasse capre o daini o cervi; e l'arco gli portar dietro duo servi. 29 Mentre aspettamo, in gran piacer sedendo, che da cacciar ritorni il signor nostro, vedemo l'Orco a noi venir correndo lungo il lito del mar, terribil mostro.

Fra le donne, le direttrici alle cucine, alle panattiere, alle fabbricatrici di tecc e di birra, alle portatrici dei vasi per queste bevande. Ogni dignitario segue il re, forma parte del suo stato maggiore e comanda un certo numero di soldati. In marcia seguono poi come addetti alla corte, una massa infinita di portatori delle tende, del tesoro, delle provvigioni, ecc.

Certo, cotesta arme è gloriosa, perchè le Cronache dei tempi antichi raccontano che un Landolfo, capitano su le galere del Re Ruggiero nello assedio di Costantinopoli, di tanto fu audace, che penetrato nelle cucine dell'Imperatore Emanuele rapì tre pentole di argento, e le assunse ad impresa di sua famiglia; pure ella sente un po' di ridicolo, e la voglia dell'Arcivescovo di trametterla da per tutto la rendeva piacevole anche più.

Vi passava le più belle ore della giornata, e nominato visitatore dei poveri, andava per le case dei più miserabili a studiarne i dolori con quell'indulgenza che perdona anche gl'inganni. A me raccontava poi le sue tristi impressioni e lo stringimento del cuore che provava nel discendere certe scale. Fu dei promotori delle Cucine economiche, dove rimase tutto un inverno a distribuire le minestre, alacre, arguto fra i poverelli, che cominciavano a distinguere il signor Bazzero fra i cento che compiono il loro bene con solennit

Davanti a noi sulla strada incassata tra le alte montagne e che corre col torrente Fella fino a Chiusaforte e a Tarvis, è tutto un tumulto pietrificato di carri sbilenchi, affusti di cannoni, cucine da campo, fucili, draken-ballon, carrette, mitragliatrici, ruote, carogne di cavalli, masse luride di cappotti infangati, stracci, stracci, stracci, vagoni rovesciati, auto-carri ruote all'aria e motore nel fosso, sterco.