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Tuccio di Credi guardò bieco il suo avversario, ben vedendo di non poter più ingannare nessuno, e crollò sdegnosamente le spalle. Quante parole inutili! esclamò egli. Bastava dire che mi sono vendicato. Messere, statevi con Dio, e non vi provate a tenermi dietro; soggiunse, vedendo l'atto di Spinello che voleva scagliarsi contro di lui.

La caserma Serristori crollò in gran parte, travolgendo nella ruina non pochi zuavi, dei quali ventidue furono tratti morti di sotto alle macerie, e dodici rimasero malconci e feriti per modo, che tre di essi ne perirono in progresso di tempo.

Pare incredibile, non è vero? Eppure era stato così!... Rientrando in casa, quella sera, con le terribili parole ancora risuonanti all'orecchio, che cosa aveva provato il conte di Bauern? Quale sospetto rodente gli era entrato nel cervello? Per quali gradi insensibili o per quale rapido passaggio, l'indignazione prodotta dall'infame calunnia aveva dato luogo al dubbio tormentatore? Quali prove, quali indizii, quali ricordi sorsero nella sua mente e presero corpo? Nessuno potrebbe ridirlo. Non si possono accertare che i fatti; ed il fatto accertato è questo: che, dopo la morte della moglie, il conte passò, quella sera per la prima volta, nella stanza un tempo occupata dalla defunta, e lasciata religiosamente nello stato in cui si trovava quando era abitata. Nessuno seguì il conte in quella stanza; ma, al nostro arrivo, il domestico aveva trovato il suo padrone. In quella stanza, nascosta dentro un piccolo armadio la cui chiave stava ordinariamente nel nécessaire da lavoro della contessa, il conte trovò la corrispondenza di Augusto con la propria moglie.... Centinaia di lettere, le prove palpabili le più eloquenti, le più irrefutabili! di ciò che aveva asserito il Vialli! Quella relazione, troncata dalla morte, durava da più di due anni; e nessuno o ben pochi l'avevano sospettata, e il conte aveva votato tutto stesso alla memoria della moglie idolatrata!... Che cosa accadde dentro di lui alla improvvisa rivelazione? Dovette essere un crollo spaventevole, una rovina terribile. Un ciclone che si abbatte sopra la vostra casa, su tutto il vostro paese; un disastro che vi porta via tutta la vostra fortuna e non vi lascia altro che gli occhi per piangere; la morte d'una persona cara che isterilisce la sorgente delle lacrime, d

Ma il pellegrino non era uomo da darsi vinto per simili frasche. Crollò le spalle, fece una smorfia e rispose con aria benigna e compassionevole:

Sembra il crollo d'un palazzo di cristallo... Tutti seguono il capo della mandra. Rientrano nella foresta. Siamo salvi! Lunga pausa. Ma quelle forme laggiù non sono elefanti! Sono vecchie muraglie che corrono. È dunque vera la profezia di Goko: Un giorno la citt

Venivano intanto dalla strada di Chiusaforte, in bande fitte, i prigionieri italiani che si erano liberati quando l'annunzio del crollo del Grappa aveva segnato il primo sgretolarsi dell'impero. Uno di questi prigionieri più affranto degli altri oscilla tragicamente a tre passi da me poi si abbatte sul naso, svenuto dalla stanchezza e dalla fame.

Rientrò nel tetto domestico coll'angoscia disperata e sulla soglia trovò la più grande delle sventure: il disonore. Il cardinale aveva operato misteriosamente, con tutta l'arte e la diplomazia di un corruttore tonsurato, ma le due giovanette non potevano dissimulare più a lungo le naturali conseguenze del fatto. Il paese mormorava gli amici del condannato imprecavano sommessamente le povere figliuole, non osando più mostrarsi in pubblico, si struggevano in lacrime, presso il letticciuolo della madre, che nei delirii dell'agonia, imprecava al Pontefice. Quando la buona donna mandò l'ultimo sospiro e l'ultimo anatema contro i sicarii della sua famiglia, le orfanelle ricorsero al cardinale, e annunziandogli per iscritto il luttuoso avvenimento, gli chiesero misericordia. Il cardinale ricevette la supplica, dinanzi ad una magnifica zuppiera colma di riso alle quaglie. Lesse, crollò il capo, trasmesse il foglio al segretario, dicendogli con aria indifferente: vedete di mandare a queste due disgraziate qualche baiocco sulla cassetta particolare... di S. Giuseppe. E inforcata una quaglia, e levatala all'altezza del naso: quest'anno, soggiunse, sono men grasse che l'anno passato!... Bisogna migliorare la pastura, signor segretario. Quel briccone di Petronio avr

Pietro, il quale a que' tempi non era ancora il principe degli Apostoli e quel valentuomo che divenne poi, crollò le spalle, come se quella del maestro fosse stata una fanciullaggine. Ma il maestro non disse nulla, e come furono giunti dinanzi alla bottega di un maniscalco, vendette quel ferro di cavallo per due soldi, che gli servirono poco stante per comperare una manata di ciliegie.

16 E che la porti per suo amore al collo lo prega, che ognor gli ne sovenga. Piacque il dono al marito, ed accettollo; non perché dar ricordo gli convenga: che tempo assenza mai dar crollo, buona o ria fortuna che gli avenga, potr

All'alba, quando scese in cucina, Petronilla, con un grande fazzoletto rosso annodato su la nuca, faceva bollire un po' d'acqua nella pentola. Petronilla disse Bonomo: oggi tu sei libera. Petronilla non mosse palpebra; solo crollò impercettibilmente le spalle. Io vado in seminario soggiunse il padrone. Vi fate prete? mormorò ella alzando gli occhi celesti. Prete, . Ella non credeva.