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Aggiornato: 13 giugno 2025
Epperciò parvemi ufficio di storico il segnalarle. E questo modo di vedere si fará a noi tanto piú manifesto nelle due etá seguenti, in che vedremo accorrere le genti barbariche, e sorgere le nazioni moderne a prender lor luoghi nella cristianitá.
Morto papa Adriano, giá piú e piú guastato coll'imperatore , erangli stati eletti due successori: papa Alessandro III da tutti i cardinali, salvo tre; Vittore IV antipapa, uno dei tre, dagli altri due. L'imperatore citolli a sé. Alessandro da vero papa ricusò, e fu riconosciuto dall'Italia libera, dalla cristianitá; Vittore accettò, e fu riconosciuto dall'imperatore.
Niuna causa piú di questa operò a far finir cosí presto e cosí male quella dinastia giá cosí grandemente iniziata e dilatata in tutta la cristianitá. E noi viventi vedemmo una simile causa produrre un simile effetto, anche piú presto. Le nazionalitá poterono sí estinguersi nell'antiche barbarie, e talora nelle stesse antiche civiltá, perché queste erano poco meno che barbare.
Fino allora, in un modo o in un altro, noi avevamo operato o primi o per lo meno importantissimi sui destini della cristianitá; d'allora in poi non operammo né primi né importanti, facemmo poco piú che durare, sopravivere, poltrire, vegetare, non solamente decaduti ma degeneri. Ma le nazioni cristiane non possono restar sempre degeneri, senza ufficio, senza opera.
In quest'anno medesimo si compiè la gran vergogna e calamitá della cristianitá europea; fu presa Costantinopoli da Maometto II e i turchi; e cosí finí l'imperio greco, orientale, romano, quella reliquia, lungamente superstite, della civiltá antica.
Ma quest'ultima non fu certamente buona opera politica per l'Italia, a cui aveva giovato giá l'interregno, a cui avrebbe anche piú, se si fosse lasciato cader in disuso il funesto nome, le funeste pretensioni: ondeché ciò che dicemmo de' comuni e di lor leghe, è a dir ora di questo e de' seguenti od anzi forse di tutti i papi; che essi non seppero innalzarsi mai a desiderare od imaginare né l'indipendenza compiuta d'Italia, né, finché durarono gl'imperadori romani, una cristianitá senza tal capo ed ornamento.
Quindi il proseguire, il darsi tutto a quel pensiero, concepito, dicesi, fin dal 1474. E da tal pensiero passando in altro, quell'anima sublimemente insaziabile sognava arricchirne, e poi levar un esercito e conquistar Terra santa alla cristianitá.
Come si è visto per esperienzia, nel tempo predetto del pontificato di Sisto quinto, nella cittá di Roma, nella quale non vi è alcuno delli predetti accidenti, né pure in mediocre perfezione, né il loco è disposto; ché li denari, che vi sono, sono per li prencipi forastieri che vi vengono e prencipi di Santa Chiesa e ambasciatori, che vi stanno per la residenza del sommo pontefice, e per quella il concorso di tutta la cristianitá per diversi negozi: cose tutte subalternate all'accidente del trafico, per questo rispetto.
Furono accolti principalmente da Cosimo de' Medici e da Niccolò V, il quale morí poi due anni appresso, e, dicono, di dolore . Successegli Calisto III, uno spagnuolo, un primo Borgia, ottimo papa, che occupò il breve pontificato in confortar invano la cristianitá contro a' suoi nemici naturali. Volsesi poi tutto anch'egli a riunire e confortar contro a' turchi la cristianitá.
Cosí l'abbondanza d'oro in Roma dopo la guerra macedonica fece crescere di prezzo i campi; e lo stesso ha fatto in Europa tutta dopo scoperta l'America, da cui tante centinaia di milioni si sono travasati nella cristianitá. Ma i disidèri umani quanto sono mutabili!
Parola Del Giorno
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