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Aggiornato: 5 giugno 2025
Il piccolo cancelliere si alzò, fece un arco della schiena, afferrò una sedia, l'alzò di peso, l'offerse; il fabbriciere spalancò una enorme scatola, schiuse un sorriso cretino, si ripulì le labbra colla lingua e mormorò un «posso?» dolce come una ciliegia bucherata dai passeri; il bell'Ernesto se ne ritornò al bigliardo, con aria dispettosa.
Da un anno don Peppino Non legge che giornali.... C'è da stupir s'ei diventò cretino? In un tuo libro hai detto Che il mio stile negletto Manca di forbitezza e venust
Prese il cappello e lasciò lo studio. Scrisse spiegando le cose allo zio Giacomo il quale gli rispose dandogli del cretino, dell'ingrato, del napoletano, dell'asino, del pover'uomo, del triplice estratto di egoista imbecillit
Lo zio Giacomo si fermò con un sospiro davanti al ritratto della sua nipote prediletta, ch'egli aveva un giorno sperato di chiamare figlia. Stolta creatura, brontolò, fissando il gaio visino vacuo, stolta creatura che è andata a sposare quel pover'uomo d'inglese, quando poteva invece sposare quel cretino ingrato di mio figlio!
È il dramma psicologico di un cretino: e il cretino, lo intuisci subito, sono io. Credi tu che uno, perchè è artista, non possa essere profondamente cretino? Credi tu che uno, perchè è pittore e sente il colore, non possa essere un cieco della vita reale? Io sono un cieco della vita. Ascolta.
Caso purtroppo non raro tra campagnuoli. Osservando i due amanti, mentre un mezzo cretino, che aveva preso il posto di Marco, si perdeva in un lungo racconto, don Giorgio li giudicava con sicurezza. Sandro gli era sempre parso un buon uomo.
Van Osten mosse lentamente attraverso la sala, e venne a loro, poderoso e deliberato, colle mani in tasca. Aldo sentiva di fare una figura da cretino con quella piccola mano fredda sulla sua. Tuttavia continuò: Questa è la linea dell'intelletto... Van Osten pose, come casualmente, una mano sulla spalla di sua moglie, e ve la tenne.
Lo scimunito, lasciato libero all’orecchio, ridacchiava, ora guardando il maestro ora la signora, e facendosi girare il cappello fra le mani, attendeva d’essere interrogato. Dopo poche domande fu accettato a prova. Si chiamava Nicola. Mostrò un certificato che non lo asseriva nè carne nè pesce. In pochi giorni si avvidero che era proprio un cretino, e fu rimandato.
Le labbra del cretino erano agitate da un tremito convulso; pareva che dietro di esse una parola bussasse disperatamente perchè le venisse aperto!... Io ricordo quella faccia, così che potrei, dopo tant'anni, riprodurla, se fossi pittore, colla fedelt
Animale! gli gridò il sindaco, venendogli incontro; che fai qui a discorrere colle persone che non conosci! Dio ti maledica, cretino da galera; avanti, a casa, o buschi il resto di quelle che ti ho date ieri; avanti, a casa, a lavorare! E, afferratolo pel collare, lo sollevò dal suolo, e lo piantò a due passi di distanza.
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