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Or bene! lo credereste? in quella bottega da speziale, ove da parecchie ore si stava tramando un complotto che poteva costarmi la vita, io trovai il mio angelo protettore.

Appena vi fu rinchiuso e si vide solo, andò a buttarsi col capo in giù sul letto, e, premendo la bocca sul guanciale e mordendolo per soffocare e smorzare almeno i singhiozzi, cominciò a piangere disperatamente, proruppe in un pianto dirottissimo. Gli pareva d'aver tutto perduto, perdendo quell'arnese della donna amata, che apprezzava non per l'incanto, anzi perchè portato da quella: difatti, non gli era mai venuto in mente di adoprarlo, d'evocar la fata Scarabocchiona, di domandare aiuto a costei: gli sarebbe mai venuto un tal pensiero, che avrebbe preferito di morir di morte ignominiosa sul patibolo al dovere la propria salvezza ad una femmina, ancorchè fata, ancorchè dea. «Gratitudine principescapensava egli. «Ho servito. Mi buttan via come un limone spremuto! L'ho salvata, l'ho vendicata, sapendo che potrebbe costarmi la vita; e neppure un mezzo ringraziamento. Se questo cencio d'un legaccio, ch'io serbavo più gelosamente che il credulo devoto non custodisca una reliquia di Santo, mi vien ritolto senza una parola amica, benigna! Ed il Re! lui mi aveva promesso!... Ma non mi meraviglio di quello , forse costretto a tiranneggiarmi da riguardi e considerazioni politiche... Lei però, lei che senza di me a questa ora sarebbe morta vituperata fra gli strazî, lei che sa quel che ho sofferto, mostrarmi un po' di benevolenza poteva, un di riconoscenza, un po' di memoria! Nossignore! E questo popolaccio che comincia dal celebrarmi e dall'applaudirmi e poi, mutato il vento!... Basta! l'ho amata! ho potuto documentare questo amore col più ardito fatto e feroce che registrino le nostre istorie; ho potuto camparla: l'ho sorretta un istante svenuta con queste braccia... o non sono premiato abbastanza? E, checchè faccian di me, gli uomini non potranno dimenticarmi: ho cambiato l'indirizzo della storia di più popoli; sono comparso come deus ex machina ed ho fatto prendere un altro corso agli eventi; ho fatto impallidire le fame de' classici liberatori di popoli, de' Bruti e degli Armodî. Eppure.... Ah! pensiamo piuttosto alla povera mamma mia, che deve soffrir tanto adesso che morr

Provai un leggero imbarazzo; la mia scappata poteva costarmi salata: la mia dignit

Rispondi! parlerai? Ah, la è dura!... Io.... Or bene, , parlerò, dovesse costarmi la vita! Ah, per gli Dei infernali, non riconosco più Roma. Littore, precedimi. Sconfitto anche il Console! In fondo, ci ho gusto. Non sarò il solo. Quiriti, il Console!

Orbene, signora, vi parlerò schiettamente, checchè possa costarmi. Sono un povero giovine, ma sono altresì un onest'uomo. Questo povero giovine, che vedete dinanzi a voi, è rimasto inebriato dalla vostra bellezza, dalle grazie del vostro spirito. E non istate a dirmi che esco dai confini del vero. In un cuore come il mio l'affetto nasce e germoglia sollecito, e voi siete fornita di così sottile accorgimento da intendere come l'esser vicino a voi abbia potuto turbarmi. Questa è la verit

Il sottoprefetto di Castelnuovo non ci vedeva più lume. Oh, devo saperlo! borbottava. Lo saprò, dovesse costarmi.... È un'azionaccia che mi fa il signor Prospero. Ma è possibile? No, non può essere, qui c'è di sicuro un equivoco. Ah sciocco petulante! Asino calzato e vestito! T'hanno a far commendatore! Te lo darò io, il collare!

Un gatticidio potrebbe costarmi parecchi mesi di cella di rigore e di camicia di forza. «La ciarla si è ammorzata. Non parliamo più tanto. Una lettera suscitava, settimane sono, una discussione che durava delle ore. Adesso la si legge e la si lega con le altre. Sembriamo tanti nevrastenici. La nostra conversazione è diventata monosillabica. Ci guardiamo difficilmente in faccia.