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Aggiornato: 19 giugno 2025


Nel 1865 io lo conobbi nello stabilimento carcerario di Cosenza che mi era recato a visitare. Mancavangli allora due anni a compiere la sua pena; e fu da lui stesso che intesi questo racconto meraviglioso. L'amore è Dio, Dio è l'universo, e l'universo è amore.

Vi manda Roberto con molta mano di truppa e di scorte. Cosenza, Bisignano, Malvito, Gerace e Martorano sono prese. Poco di poi, in Puglia il conte Umfredo muore. Dal suo letto supremo chiama Roberto, facendo cenno della mano ad un frate, che apprestavagli la comunione, di attendere ancora un istante. « Fratello caro » a Roberto egli parlò « quanto amore io ti abbia posto tu lo sai.

Bartolommeo Pignattello, Arcivescovo di Cosenza, vassallo e nemico di Manfredi, spedito a gran fretta in Provenza, unitosi a Simone Cardinale di Santa Cecilia, andava eccitando Carlo a calare in Italia. Manfredi alla novella di tanti armamenti non si smarrì, ma come uomo di gran cuore e magnanimo si apparecchiò a ben ricevere il nemico.

Ma il quadro cambiava bruscamente: fuggiva, sapendosi cercato dai carabinieri.... entrava nella banda Bellucci.... era preso in una casipola nelle vicinanze di Scigliano.... ammanettato, sedeva sul banco dei rei, davanti alla Corte di Cosenza.

Ciò che Gasparo Rialdi provasse alla notizia della strage di Cosenza, è inutile il dirlo. Egli giurò allora, e mantenne il giuramento, di consacrare la sua vita all'idea per la quale i suoi compagni d'armi erano caduti. Certo non era piccolo sforzo per lui il far violenza alla sua natura schietta e leale, il continuar a indossare una divisa abborrita, a servire sotto una bandiera ch'egli tradiva; però i tempi tristissimi non lasciavano libert

Cantando la dolente vicenda, il divino Alighieri aggiunge averlo l'Arcivescovo di Cosenza Bartolommeo Pignattelli, per comandamento di Papa Clemente, fatto estrarre di sotto quel tumulo, e gittare allo scoperto fuori del Regno su le rive del fiume Verde, oggidì conosciuto col nome di Marino, il quale scorre presso Ascoli!...

Don Diego Spani era il delegato delle provincie di Basilicata e di Cosenza. Il marchese di Sora ammattiva oramai per questo prete, il quale aveva subite le prove spaventevoli cui raccontammo, senza smuoversi, sapendo tutto e tacendo.

RICORDI DEI FRATELLI BANDIERA E DEI LORO COMPAGNI DI MARTIRIO IN COSENZA il 25 luglio 1844 DOCUMENTATI COLLA LORO CORRISPONDENZA. Et si religio jusserit, signemus fidem sanguine. A te, fratello mio d'amore, io dedico, venerando, queste poche pagine scritte col nome tuo sulle labbra, colla santa tua imagine davanti agli occhi dell'anima.

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