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Aggiornato: 3 luglio 2025


Che se il popolo romano avesse avuto a contrattare con gli esteri, non poteva non sentirne il danno; e perciò un tale consiglio, che fu allora la salute della repubblica romana, non poté ne' tempi assai posteriori aver luogo, quando in istrettezze urgentissime fu proposto da Livio Druso, tribuno della plebe, di mescolare nell'argento, per far monete, l'ottava parte di rame, e fu rigettata la proposta, non senza discredito dell'autore appresso la plebe.

Quanto poi che quelli, che si trovassero avere ori ed argenti grezzi e non lavorati, li volessero piuttosto convertire in far vasi, collane o altre opere, eccetto che in danari, vi dico che tutto ciò risulterebbe in loro grandissimo danno, conciossiaché spenderebbono li danari in farli cosí lavorare, e, volendoli di poi contrattare per fare i fatti e negozi loro, come in comprare mercanzie, terreni o case o altre cose ad usi bisognevoli, ora perderebbono le fatture ed ora non si troverebbe chi le comprasse, meno si troverebbe cosí facilmente chi dasse loro in contraccambio le cose da essi desiderate; e perciò l'uomo il piú delle volte ne resterebbe molto dannificato.

a questa veritá osta quel suo pensiero, che l'altre piazze d'Italia tengano bisogno di contrattare con la piazza di Napoli per il molto giovamento che ne sentono; ché questo avria proceduto a rispetto delli particolari e piazze, e non a rispetto delli prencipi, alli quali poco dovea importare questo commodo particolare, stante il danno universale del Stato, e senza il danno.

Ma, dopo Teseo erano bensí corsi piú secoli, quando Licurgo proibí ogni altra moneta agli spartani, fuorché di ferro ben pesante, acciò, con l'incomodo di contrattare, mancassero i disideri e fosse posto freno al lusso.

Ecco, proseguì Venanzio, continuando ad assestare gli orologi della mostra; io sono qui per contrattare: non dobbiamo forse far contratti tutta la vita? ma quando uno chiede che io gli procuri un po' di denaro che non ho, non posso incomodare la gente che mi vuol bene senza fargli vedere prima il pegno e consegnarglielo poi.

E saper si dee che per questi ordini non ne tornera intervenirá danno ad alcuno che ne voglia vendere o contrattare, e in particolare alli mercatanti che li vendono dalle minère, ed in generale a tutti quelli che ne faranno mercanzia o contratti.

Che sará lecito a ciascuno tenere presso di oro o argento, ancorché non coniato, per poterlo far ridurre in monete, over per farlo lavorare in opere, secondo il suo volere; ma, se si vorrá contrattare, sará necessario avere la fede dell'assaggiatore publico della finezza o lega, ed anco che sia bollato secondo il solito, accioché colui che lo riceverá sappia la sua bontade senza farne altro saggio.

Parola Del Giorno

serafica

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