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Aggiornato: 25 maggio 2025
Otto mesi di governo, per chi li giudica, come me, senza prevenzione di sorta, han confermato il sopradetto giudizio che io dava di questo uomo di Stato, appena qualche giorno dopo che egli fosse entrato al potere. Egli ha compiuta l'opera dell'unificazione interna. In faccia alla Francia ha tenuti alto i diritti d'Italia. Alla fazione piemontese ha resistito ma meglio sarebbe riescito se l'avesse combattuta, non con la fazione toscana sola, ma con gli uomini presi a tutte le provincie italiane. Le cabale, gl'intrighi, le coalizioni, i connubi, i verdetti della maggioranza, le suggestioni perfide di perfidi amici, la pressione straniera, la malcelata antipatia della corte, le cospirazioni subdole dei suoi stessi colleghi, gli attacchi aperti della sinistra del Parlamento, tutto un mondo dì mezzi occulti che si sono fatti giuocare, tutto si è rotto contro la forza, non dirò tanto della volont
Francesi, Spagnuoli, Tedeschi, ognuno per parte sua infieriva nella opera di demolizione; Ferdinando imperatore proponeva il Papa si umiliasse come Cristo, ed attendesse a riformarsi sul serio rispetto a sè, alla sua corte, ed allo stato. Il Concilio provveda a migliorare i Cardinali e il conclave, imperciocchè come possa pretendersi che da Cardinali pessimi esca Papa buono, davvero non si comprende; i decreti si ammanniscano dai deputati della varie nazioni; di più, lo imperatore domandava il matrimonio dei preti e la comunione sotto le due specie; si fondassero scuole pei poveri, si depurassero i breviari, le leggende, e le vite dei santi; le orazioni nello idioma nativo ogni popolo recitasse; si mettessero a partito i Conventi, a fine che le male possedute ricchezze a scopi empi non si spendessero; con altre più cose per le quali da cima in fondo la Chiesa sarebbe stata trasformata. Gli Spagnuoli aborrivano dal calice pei laici, dai connubi legittimi pei preti; instavano poi perchè la residenza dei vescovi nelle diocesi si dichiarasse di diritto divino, non gi
Nè io mi condurrò mai a credere, che la natura ci abbia dichiarato perpetua guerra, però che questo sarebbe contrario al fine della creazione: di vero sebbene da prima più spesso e con maggiore ampiezza, oggi rado, e ristretto la natura agitandosi muta mari in deserti, e viceversa, e monti in valli o valli in monti trasformando orribilmente l'aspetto delle cose, pure gli uomini assai più tenaci delle formiche non isgomentandosi tornarono indefessi al lavoro, ed ora la natura quietata lascia vincersi, ma da mani valorose, ricordando in certa guisa i connubi spartani, dove al marito toccava usare una quasi violenza alla moglie, e ciò perchè accendendosi più veemente l'appetito ne nascevano figliuoli gagliardi a maraviglia e belli.
E questo fa sí che, mentre la maggior parte di esse non saprebbe accoppiarsi omogeneamente con alcun'altra, sicché fra l'astronomia, per esempio, e l'epigrafia, fra la numismatica e la retorica, non si saprebbero escogitare connubî se non mostruosi; essa la filologia, può invece unirsi benissimo con ciascuna di esse. È come un minimo comun divisore di tutte.
Un prete, che non rammenta come siffatti fratelli nostri le italiane donno sventrassero, e il frutto dei santi connubi portassero in trofeo infilato nelle baionette; e nè manco rammenta le creature cosperse di acqua di ragia ed arse fra il baccano e le scede a mo' di sorcio di fogna.
Parola Del Giorno
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