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Aggiornato: 29 luglio 2025


Ma, in quanto al voler far conoscere che tra essi preciosi metalli si potrá fare la real concordanza e proporzionata corrispondenza cosí delli pesi come delli valori giá detti, e cosí delli non coniati come delli giá ridotti in monete e di quelli che si dovran coniare, principiando sin da un quarto di grano d'oro e da grani tre d'argento, e procedendo in infinito sempre con retta e giusta proporzione ad uno per dodici e dodici per uno, com'è detto, ho descritto le seguenti dichiarazioni con alcuni essempi, per le quali ciascun potrá chiaramente intendere e molto ben possedere quello che forse par cosa difficile d'apprendere.

Conclusione del Discorso, nella quale si mostra l'ordine che in tutte le zeche tener si dovrebbe per coniare l'argento e l'oro.

Ed in questo modo e con quest'ordine si ha da intendere che ciascuno, che fará coniare il suo oro o argento a sue spese, si troverá avere la medesima quantitá in peso del puro e del fino, come di sopra vi ho espresso; e ciò sará perché in universale si troverá esser costituito il prezzo fermo e stabile per sempre ad essi preziosi metalli, tanto a quelli che di nuovo si ridurranno in danari, quanto a quelli che si troveranno essere nelle monete giá fatte, che sotto l'ordine reale si tasseranno, ne' valori de' quali verranno affatto ed in effetto escluse le fatture ed anche ogni altro indebito valore.

Peggiore, e universal danno recò l'alterazion delle monete, tanto o quanto ben governate dagli Svevi, mentre nella più parte degli stati d'Europa il fisco ne traea grossa entrata; che è a dir le magagnava grossamente . E Carlo, imitatore degli Svevi nel mal solo, seguì in questo gli esempi di fuori, e andò oltre com'ei solea. Fa coniare in Napoli, in luogo degli antichi agostali, carlini e mezzi carlini d'oro, con vocabolo preso dal suo nome e pervenuto infino a questi presenti tempi, del medesimo valore degli agostali, com'affermava, e di metallo purissimo; e nello editto stesso smentiasi, affidando il corso di questo suo conio al terror de' supplizi; perchè comandava con la solita immanit

III.° [I[Soldo]I] = I due esemplari da me veduti di questa moneta, l'uno nella Raccolta Correr, l'altro alla Marciana m'inducono forte sospetto non sia essa che una moneta di capriccio, seppure non vogliasi credere che la fretta in cui si trovò la zecca veneta di coniare e spedire a Candia quantit

E tutto questo pareva poco per manifestare la letizia infinita del fatto, sicchè allogava a valenti pittori parecchi quadri che rappresentano, il primo Coligny investito da un sicario cattolico mentr'esce dal Louvre; l'altro la strage orribile degli Ugonotti; il terzo Carlo IX che in Parlamento si vanta di avere sollevato il boia in cotesta fatica; questi quadri durano tuttavia nel Vaticano nella sala appellata dei Re (e ci stanno bene) la quale precede la cappella sistina. La memoria di cotesta scalleraggine compariva raccomandata anco troppo alla esecrazione pubblica, ma non contenti i preti degli affreschi vollero commetterla anco alle medaglie; di vero Gregorio XIII ne fece coniare una, e stupenda la quale certo gesuita dabbene ci descrive così: da un lato rappresenta il macello orribile esegito da 60,000 uomini degli eretici nella capitale, nel corso di tre giorni e di tre notti, secondo il consiglio di Dio sovvenuti dal suo aiuto celeste ; dall'altro è la immagine del buon Gregorio. Per colmare lo staio il santo Padre spediva in Francia legato a latere il Cardinale Orsino con la istruzione, che insista fortemente perchè la cura tanto bene incominciata co' rimedi bruschi non guasti con importuna umanit

Aggiungeremo poche parole per registrare come la indipendenza intiera degli Ebrei da qualunque soggezione straniera, venne conseguita da Simone il secondogenito di Matatia 400 anni dopo il ritorno da Babilonia, e che fu da quel momento che gli Ebrei cominciarono a datare i loro atti pubblici e a coniare monete. Archeologia. Pesi e Misure.

E, sebbene in una Dieta fosse dichiarato, e poi dai re e principi fosse costituito che i danari fossero fatti a spese di coloro che li facessero fare, cioè che avessero oro o argento da mettere in zecca, saper si deve che ciò non potrebbe in alcun modo recar danno a questi tali, perché, dopo fatti i danari, essi si troverebbono avere in cassa quel medesimo argento ed oro che da loro fosse stato posto in zecca, cioè quella istessa quantitá in peso del puro e del fino; li quali danari potrebbono poi anche tenere presso di a loro piacere, perciocché ne sarebbono liberi padroni, come erano ancora dell'oro e dell'argento innanzi che lo facessero coniare.

Parola Del Giorno

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