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Aggiornato: 31 maggio 2025
Rimasto solo presso il letto della malata, ella, arrossendo nel viso, cominciò a balbettare alcune frasi sconnesse, indi, narratami l'origine della sua malattia, fece atto di rimuovere le coltri per mostrarmi la parte offesa. Fermate, signora! esclamai, arrossendo alla mia volta. È tempo che io metta un termine a cotesta finzione.
Una comare, sulla soglia dell'uscio, raccontava, che alle prime schioppettate s'era andata a nascondere nella carboniera, per questo la vedevano tutta nera: un'altra, che col suo bambino in braccio s'era buttata in ginocchioni davanti al quadro dell'Addolorata: una vecchia sdentata, con la voce strascicante e lamentosa, voleva persuader tutti a ogni costo, che il miracolo gliel'aveva fatto S. Giovannuccio, glielo aveva fatto S. Giovannuccio benedetto, con tanto fervore essa l'aveva pregato mentre tremava sotto le coltri!
Valeria capiva che bisognava fare così. Sentiva lei pure che lo stormo di microbi che usciva da tutti quei polmoni malati la ravvolgevano, lei e la sua creatura, in un nembo di morte. I germi dell'etisia! essa li sentiva, li vedeva, li respirava. Le pareva che l'odore ne fosse sul suo guanciale la notte; che le lenzuola e le coltri li esalassero; che il cibo ne fosse pregno.
Abbenchè questi si stesse a riposo, udito ch'ebbe l'annunzio della venuta del fratello del signor Gian Giacomo, persuaso fosse di ritorno da qualche spedizione lontana, abbandonò le coltri, gli corse incontro procurando ad esso lui ed a chi seco era, quel più cortese accoglimento che gli fu possibile, e che a lui incumbeva siccome stipendiato del Medici, ed in ogni cosa da lui dipendente.
Non in Sutera soltanto... anche a Cammarata... a Termini, nella valle... l'ho sentito lodare... e ne godevo come d'elogio fatto a me stesso. Nell'inverno passato a me mancò il grano e Pardo me lo donò. Ed a me rifornì il casale. Alla mia vecchia mamma... lo sapete Maso?... regalò coltri e lenzuola... Tutti nella valle lo amano e lo salutano. Con lui vinceremo.
Il Casalbara tirò fuori faticosamente, di sotto alle coltri, la mano stecchita... Lo zio Matteo gliela strinse con trasporto; e tornò a commuoversi anche per quest'altra riconciliazione. Poi bisbigliò: Il nostro Giovanni pensi soltanto a guarire. Sono disturbi più seccanti che gravi. Vi manderò il mio dottore. È giovane, ma è un valore, universalmente riconosciuto. Il dottor Foresti.
«Non so nulla.... non so nulla io!.... aspettino e vedranno... vado a dormire..., non so nulla..., sono ammalato!...» E senza dire nè ai nè bai, alla signora Maddalena; s'andò a chiudere in camera, si mise a letto, si coperse di quante coltri e panni potè trovare; e colla testa tra due guanciali, stette come fosse mezzo dicembre, non addandosi del calore, della fame, della sete, di nulla.
Pestò i piedi, si stracciò le vesti, si strappò i capelli, si graffiò la faccia, rompendo, buttando all'aria tutto ciò che le capitava fra le mani, poi si lasciò cadere affranta, esausta attraverso il letto, gemendo ancora, torcendosi ancora, mordendo, nei sussulti dello spasimo, le coltri e i guanciali.
Passò dall'altro lato del letto, ne distese, ne rimboccò le coltri dalla propria parte, si preparò l'acqua collo zucchero.... tornò in mezzo alla camera, vicino al sof
Com'ebbi così conchiuso, salutai la contessa, il generale e la signorina Clelia; strinsi la mano a Raimondo, e lusingato del buon esito della mia cura, andai a cacciarmi fra le coltri. Io non amavo, però dormii sonni profondi; e siccome la contentezza di Raimondo si rifletteva nel mio cuore, sognai che avevo una bella, e che la mia bella mi faceva una carezza.
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