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Aggiornato: 28 luglio 2025
Diamo ora una rapidissima occhiata a questo secolo di lotte, nel cui mezzo viene a cadere il curioso tentativo di Giuliano. Non è a credere che nella condotta di Costantino verso il Cristianesimo, condotta che, iniziatasi col famoso editto di tolleranza, datato da Milano, nel 313, ed emanato da lui e dal collega Licinio, riuscì poi, a poco a poco, alla costituzione di una Chiesa di Stato, fosse neppur l’ombra del sentimento religioso. Certo, era una fiaba quella che correva, fra i pagani, molti anni dopo la morte di Costantino, cioè, che costui si fosse piegato al Cristianesimo, perchè assicurato che la nuova religione aveva il potere di lavar via ogni colpa, così che anche gli uomini più scellerati, se si convertivano ad esso, diventavano immediatamente puri¹⁵⁸. E Costantino doveva purgarsi dei più orrendi delitti domestici, l’uccisione del figlio Crispo e della moglie Fausta. Sozomene osserva giustamente che quegli atroci delitti furono perpetrati da Costantino, alcuni anni dopo aver abbracciato il Cristianesimo, e, pertanto, non è possibile vedere in essi il movente dell’atteggiamento preso da Costantino verso la religione fino allora perseguitata¹⁵⁹. Curiosa e sintomatica cosa che nè Sozomene nè altri degli scrittori ecclesiastici trovi in tale circostanza una ragione per dubitare della seriet
Una volta, non so come, non ricordo più perchè, gli chiesi, sorridendo: E lei crede che si possa aver passione per la biblioteca, noialtri? Stazza, serio, socchiuse gli occhi, con quel suo solito vezzo di quando voleva dir cose gravi. Si possa? Si deve, caro collega. Guardi, io non ho moglie, non genitori, non fratelli. E per me la biblioteca è la moglie, è la madre, qualcosa come una famiglia.
Passarono due settimane. «Bella giustizia avete nei vostri paesi!» dissi una sera al farmacista di Genazzano, nella cui bottega, come in quella del suo collega, di Ermanno e Dorotea, solevansi radunare le persone più importanti del luogo. Il figlio dello speziale, padre della bella Sofia, allora mi rispose: «Ma che pensate mai, signore?
Questo così radicale mutamento nella fortuna di Giuliano che, da principe perseguitato, passa, d’un colpo, ad essere collega dell’impero, in condizioni estremamente difficili, ispira qualche sospetto sulle intenzioni di Costanzo. Libanio addirittura le dichiara perverse. «Ed onde alcuno non si meravigli
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