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Aggiornato: 14 maggio 2025
Diamo ora una rapidissima occhiata a questo secolo di lotte, nel cui mezzo viene a cadere il curioso tentativo di Giuliano. Non è a credere che nella condotta di Costantino verso il Cristianesimo, condotta che, iniziatasi col famoso editto di tolleranza, datato da Milano, nel 313, ed emanato da lui e dal collega Licinio, riuscì poi, a poco a poco, alla costituzione di una Chiesa di Stato, fosse neppur l’ombra del sentimento religioso. Certo, era una fiaba quella che correva, fra i pagani, molti anni dopo la morte di Costantino, cioè, che costui si fosse piegato al Cristianesimo, perchè assicurato che la nuova religione aveva il potere di lavar via ogni colpa, così che anche gli uomini più scellerati, se si convertivano ad esso, diventavano immediatamente puri¹⁵⁸. E Costantino doveva purgarsi dei più orrendi delitti domestici, l’uccisione del figlio Crispo e della moglie Fausta. Sozomene osserva giustamente che quegli atroci delitti furono perpetrati da Costantino, alcuni anni dopo aver abbracciato il Cristianesimo, e, pertanto, non è possibile vedere in essi il movente dell’atteggiamento preso da Costantino verso la religione fino allora perseguitata¹⁵⁹. Curiosa e sintomatica cosa che nè Sozomene nè altri degli scrittori ecclesiastici trovi in tale circostanza una ragione per dubitare della seriet
Ma il fatto troppo si opponeva a questo suo desiderio, ed ora che il Palavicino era in sua piena balia e di lui potea fare ogni strazio, la scomparsa d'ogni ostacolo quasi gli fece smarrire ogni entusiasmo.... e d'uno in altro pensiero, cercò se mai si potesse trovare un modo di purgarsi della taccia di traditore, per far cessare qualunque accusa, e conseguentemente per togliere ai Palavicino, se fosse stato possibile, anche la grandezza della sua disgrazia.
Ed i legati? dimanda Gregorio furibondo. I legati intimarono allora all'imperatore la citazione di comparire ad un concilio a Roma onde purgarsi delle colpe che gli apponeva tutta Germania, sotto pena di essere pronunciato ribelle, scomunicato, e decaduto dai dritti di re. A quest'intíma la collera di Enrico trabocca.
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