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L'orto pensile era dall'altro lato del monastero, verso levante, tra l'antico mastio e il bastione, che si vede di presente aperto ad una interna gradinata per dar l'adito a scuole governative e comunali, poste colassù da pochi anni.

Ma innanzi di metter mano agl'ingegni, il nostro Templario volle indettarsi con Lorenzo Salvani. Quel nuovo tiro di Bonaventura gli parve tale da non lasciarlo ignorare neanche lo spazio d'un giorno all'amico; epperò, non potendo più correre quella medesima sera alla Montalda, fece disegno di andarvi la mattina vegnente. Intanto, memore del detto d'Apelle: nulla dies sine linea, non lasciò passar quella sera senza provvedimenti. Fin da quando avea saputo esser la fanciulla nel monastero di San Silvestro, egli s'era industriato a scoprire chi fossero i laici che per ragion d'uffizio entravano colassù, e munito di quelle notizie, avea posto subito gli occhi addosso al gobbo legnaiuolo. Il giorno susseguente. Michele, sotto colore di certi lavori che voleva allogargli, entrava in dimestichezza con mastro Pasquale; una settimana dopo erano gi

Colassù almeno egli poteva fermarsi, e contemplare a suo bell'agio quel tanto di spazio murato in cui viveva la bellissima donna. Queste cose s'intenderanno molto più agevolmente quando si pensi che Aloise aveva diciott'anni, e che quello era il suo primo amore.

Ed ecco una mattina, dopo forse due settimane che erano colassù, gli abitanti della villa Nori videro aprirsi le finestre del palazzotto e uomini spazzare, ripulire, spolverare, lavar vetri, appiccar tende, scuotere tappeti. Che novit

Prima di tutto egli vede da colassú la terra, e ne fa la descrizione geografica; poi scopre le tre grandi ruote che volgono i tempi, passati, presenti e futuri. Ogni ruota si compone di sette circoli, emblemi allegorici dell'influsso de' sette pianeti sulle inclinazioni e sulle sorti umane, secondo le misere dottrine astrologiche d'allora.

I primi tepori della primavera rinverdivano la natura, smaltando di gaie tinte il fondo del più bel quadro d'amore che mai potesse immaginare una mente d'artista. Colassù non vedevano alcuno, d'alcuno avevano, o cercavano, notizia. Giungevano lettere e le lasciavano chiuse nella sopraccarta; i giornali s'affastellavano sui canterani, accanto alla parete, colla fascia intatta.

Non sentite che stridìo Fa quel gufo colassù? È l

Abita colassù, cioè, dico male, abitava nel gennaio 1857 il protagonista del mio racconto, uomo sui trentaquattro, laureato in leggi, scapolo, non brutto, antipatico, e con ventimila lire d'entrata.

A raffermarci in cosiffatto proponimento capitò il signor Rossi, sindaco di San Lorenzo, il quale in nome dei suoi conterranei ci ha invitati colassù «per la vita e per la morteMontati su quell'eccelso apice, vi fummo ricevuti a braccia aperte e generosamente ospitati. Il sindaco aperse la sua casa allo stato maggiore: poltrone, sof

Ma egli usava passare qualche ora del pomeriggio nella solitudine tanto cara della Carbonaia che forse voi conoscete. E Rosilde cominciò a seguirlo colassù. Egli non fu sorpreso di trovarla in quel soave rifugio dove egli dava da quindici anni convegno ai sogni della sua gioventù; e si abbandonava alle vaghe carezze della fantasia. La fantasia fu la galeotta. Egli non seppe mai bene ciò che gli accadesse col