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Aggiornato: 18 luglio 2025


Comprese che non avrebbe potuto passare, e indietreggiò, rapida. Un istante di folle clamore e confusione, di strepiti e urli, in cui le parve che urlasse anche lei... poi il silenzio, nero, chiuso, completo. ... Valeria sentiva un movimento cadenzato, oscillante, ed aprì gli occhi. Non vide nulla.

Ci fu un secondo scrosciar d'applausi, e tutte le voci, tutte le grida si confusero in un solo clamore tumultuoso, rimbombante, echeggiante fuor della sala, nel silenzio della notte, nei viali deserti: Viva l'Italia! Taddeo, che prendeva il fresco in giardino, si avvicinò alla finestra, guardò nella sala e gridò lui pure commosso: Viva l'Italia! ma nessuno l'udi.

Odo un immenso clamore laggiù, alla punta estrema della citt

La vittima vera, la sola vittima, la vittima grande era il povero duca di Casalbara! E crebbe a dismisura l'interessamento per lui, e attorno all'illustre infermo fu uno scoppio, un clamore, un'esplosione di patriottismo!

Il dottore Panzoni al clamore aperse le palpebre, volgendo i grossi globi visivi ancora stupidi di sonno e russando ancora pe ’l naso tutto vegetante di nei mostruosi. Disse o russò, nasalmente:

Egli si curvò verso terra portando una mano all'orecchio e ascoltò attentamente. Alto! diss'egli raddrizzandosi. Aveva appena terminato il comando che da ambo i lati del sentiero scoppiava un clamore spaventevole. Il cavallo, colpito da una lancia nella testa, cadde sulle ginocchia gettando a terra coloro che lo montavano.

Così andava commentando il prete. Un grande clamore e un confuso agitarsi di mani, di fazzoletti, di cappelli salutò gli ultimi trenta colpi di remo, che fecero volare Tremezzo al traguardo col vantaggio almeno d'una dozzina di barche.

Ma un clamore venne dal cortile: i Garibaldini avevano scoperto la cucina e il caldaione degli gnocchi. Ah, Borbonici, canaglia! Avevate da mangiare e ce lo negavate! Borbonici della malora, che vi porti via il diavolo! Ma fra quelle voci irritate, furiose, una vocina sorse: Viva Garibaldi! La piccolina, in mezzo ai Garibaldini, agitava il suo cappelluccio col pomo di seta tricolore.

Tutta quanta la moltitudine stava protesa verso quell’uomo pallido, ed il clamore dionisiaco della folla in delirio s’attorcigliava intorno alla sua gagliarda flessibilit

O amore, amore, amor!... Tutto ti sento Nell’esultanza de l’april risorto; Dai profumi a le rose ed ali al vento, Copri la terra di raggi e di baci... Ma nel mio cor sei morto. Nel lanificio dove aspro clamore Cupamente la vôlta ampia percote, E fra stridenti rôte Di mille donne sfruttasi il vigore,

Parola Del Giorno

crebra

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