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»Al biancheggiare del mattino, dopo i lunghi affannosi vaneggiamenti, le mie ciglia si chiusero al sonno ma l'anima vegliava tuttavia, nelle dolci illusioni di una musica celeste.

Gervaso fece ancora alcuni passi e s'arrestò. Oramai distava pochissimo dal conte, lo prese di mira, indi si udì un'altra detonazione, ampia, cupa come la prima. I padrini chiusero inorriditi gli occhi; ma il conte era in piedi, le gambe però gli tremavano sotto, pose una mano sul ventre e camminò ancora muto, inesorabile nella sua marcia.

Io vidi più di mille in su le porte da ciel piovuti, che stizzosamente dicean: «Chi è costui che sanza morte va per lo regno de la morta gente?». E ’l savio mio maestro fece segno di voler lor parlar segretamente. Allor chiusero un poco il gran disdegno e disser: «Vien tu solo, e quei sen vada che ardito intrò per questo regno.

Tu vuoi che io parli di Elenka! No, mai! È il fratello di Elenka che ti prega Non parlerò Abd-el-Kerim!... Mi vendico, Notis! Il greco scattò in piedi con le gote vermiglie, gli occhi infiammati, le labbra frementi. Le sue mani si aprirono e si chiusero convulsivamente come volessero stritolare qualche cosa. Sta bene, disse, con accento minaccioso. Ti pentirai!

I ribaldi che tenevano presta pel ratto di Rogiero una lettiga sopra due buoni cavalli, ve lo chiusero dentro, ed essi pure montati su i loro ronzini presero da prima con passi soavi la via di Sant'Agata dei Goti.

Il carattere prosaico del nuovo regime addusse una depressione precipitosa della vita artistica. I saloni intellettuali del vecchio tempo chiusero le porte l'uno dietro l'altro; l'aria in cui respira lo spirito diventò sempre più rarefatta in quella societ

T'inganni mi rispose con un filo di voce l'emozione, la stanchezza forse io non sono molto forte soggiunse sorridendo. Una specie di rantolo soffocò un'altra volta la sua voce; gli occhi suoi mi guardarono implorando il mio ajuto; poi si chiusero lentamente. Il grido della disperazione partì spento dal mio petto, come un baleno stanco traverso il fitto delle nuvole.

Io vidi piu` di mille in su le porte da ciel piovuti, che stizzosamente dicean: <<Chi e` costui che sanza morte va per lo regno de la morta gente?>>. E 'l savio mio maestro fece segno di voler lor parlar segretamente. Allor chiusero un poco il gran disdegno, e disser: <<Vien tu solo, e quei sen vada, che si` ardito intro` per questo regno.

A poco a poco il sonno dolce e benefico allargò e distese le sue ali sull'esile corpicino di Bebè; gli occhi si chiusero, le labbra si staccarono dal capezzolo, la testa ricadde alquanto all'indietro, abbandonandosi sul braccio materno.

Essi Io condussero nella stanza più recondita dell'osteria in un piano superiore, dissero al cameriere che portasse loro da bere, e poi li lasciasse perché dovevano trattare d'affari, chiusero l'uscio a chiave, ordinarono allo sgherro di sedersi contro il muro, presero posto su di una panca collocata al di qua della tavola e cogli occhi fissi sul malvivente rimasero in attitudine di giudici inesorabili.