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Ah io sono infelice... un povero infelice... il più povero e il più infelice uomo della terra... quello che non ha pane, che non ha tetto, che chiede l'elemosina, nella via, è meno miserabile di me... io ho perduto tutto... tutto è finito...

E Attila s'inginocchia dinanzi al papa gorgogliando le fatidiche parole: Dinanzi ai numi Prostrasi il re. Chi state donne con papo? mi chiede l'Inglese. Vergini romane; rispondo io. Se così state vergini, cossa state Roma tonne ti mondo?

Ascolta, disse il conte Roberto, verrai quest'anno a San Martino a veder la Torre? La inauguriamo a ottobre.... Ma non appena s'accorse che la fanciulla era scomparsa, mutò voce: La mamma chiede tue notizie, disse. Come la facciamo? La mamma? ripetè Filippo sbalordito. Che mamma?

Perchè dite di no, quando nessuno vi chiede di dir ? Lasciatevi amare, lasciatevi amare, è una cosa tanto confortante, tanto consolante, credetelo! Egli non le rispose nulla.

Ditegli, se ve ne chiede, che io lo ignoro. È un riguardo, che devo al duca mio cugino. Ve ne do parola. Io farò il possibile, lo giuro, onde non tenti in alcun modo turbare la pace di una donna, ch'egli deve rispettare. D'altronde è ammogliato; è un bene, credetelo, signor conte: così la duchessa in avvenire prover

L'omaggio d'un cuore riconoscente è quello che ci chiede Iddio; e quando veggonsi le sue opere, non si è grati? Non ho mai sentita tanta divozione, in tutte le ore noiose, trascorse in convento, come nei pochi minuti che ho passati qui. Io guardo intorno e adoro Iddio dal fondo del cuore

Così tutti i teologi. D'onde risulta: 1. E' peccato mortale il ricusare, fosse anche per una sol volta, senza legittimo motivo, il debito carnale al coniuge che lo chiede con insistente ragionevolezza. Ma se il richiedente con facilit

e per nulla offension che mi sia fatta, non temer tu, ch'i' ho le cose conte, perch'altra volta fui a tal baratta>>. Poscia passo` di la` dal co del ponte; e com'el giunse in su la ripa sesta, mestier li fu d'aver sicura fronte. Con quel furore e con quella tempesta ch'escono i cani a dosso al poverello che di subito chiede ove s'arresta,

A hi mercenaro e lupo insaziabile, N ato d'inganno e mantellata insidia! I n cui tanta perfidia M ai puote luogo aver? O incommutabile, O giustissimo Dio, perché non subito R isguardi a noi? deh! dubito V ani sian nostri prieghi, ché stoltizia M aggior non è s'un reo chiede giustizia. Imminet erranti furque lupusque gregi.