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Aggiornato: 1 giugno 2025


102 Senapo imperator de la Etiopia, ch'in loco tien di scettro in man la croce, di gente, di cittadi e d'oro ha copia quindi fin l

CALONIDE. Io t'avea dato, figliuol, tempo tre giorni, ché potessi pensarvi bene; perché queste cose so come vanno e questo grande amore non dura sempre. Ma, poi ch'in te veggio cosí gran desiderio, non mi pare di poterti mancar; ma ben cognosco quanto sconvenga a te tôrre una donna poverina. CRISAULO. Queste son parole.

che l'arte vostra quella, quanto pote, segue, come 'l maestro fa 'l discente; si` che vostr'arte a Dio quasi e` nepote. Da queste due, se tu ti rechi a mente lo Genesi` dal principio, convene prender sua vita e avanzar la gente; e perche' l'usuriere altra via tene, per se' natura e per la sua seguace dispregia, poi ch'in altro pon la spene.

Ecco nel sasso truova una caverna, che si profonda più di trenta braccia. Tagliato a picchi ed a scarpelli il sasso scende giù al dritto, ed ha una porta al basso. 71 Nel fondo avea una porta ampla e capace, ch'in maggior stanza largo adito dava; e fuor n'uscìa splendor, come di face ch'ardesse in mezzo alla montana cava.

28 Non fu Nireo bel, non eccellente di forze Achille, e non ardito Ulisse, non veloce Lada, non prudente Nestor, che tanto seppe e tanto visse, non tanto liberal, tanto clemente, l'antica fama Cesare descrisse; che verso l'uom ch'in Ischia nascer deve, non abbia ogni lor vanto a restar lieve.

s'io 'l feci, ch'in voi manchi ogni pietade, e cresca doglia in me, pianto e martìre distruggendomi pur come far soglio; ma s'io no 'l feci, il duro vostro orgoglio in amor si converta: e lunga etade sia dolce il frutto del mio bel disire. XLIII. Allo stesso

Quando 'l raggio del bel, ch'in voi risplende, per l'orecchie e per gli occhi al mio mortale trapassa, o Donna, un chiaro ardor m'assale, che d'eterno disio tutto m'incende.

41 E con quella ne vien nuotando in fretta verso lo scoglio; ove fermato il piede, tira l'ancora a , ch'in bocca stretta con le due punte il brutto mostro fiede. L'orca a seguire il canape è costretta da quella forza ch'ogni forza eccede, da quella forza che più in una scossa tira, ch'in dieci un argano far possa.

45 Queste parole ed altre suggiungendo, che tutte saria lungo riferire, e sempre le ragion redarguendo, ch'in contrario Ruggier gli potea dire; fe' tanto, ch'al fin disse: Io mi ti rendo, e contento sarò di non morire. Ma quando ti sciorrò l'obligo mai, ché due volte la vita dato m'hai?

i bei costumi, e 'l portamento adorno; e col dolce cantare il dolce suono che fan di marmo una persona viva, fur le cagioni o donna, ch'in quel giorno stetti a mirare il bello, a udire il buono, in guisa d'uom che pensi, parli e scriva. Dello stesso

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