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Aggiornato: 1 luglio 2025


56 Quel ch'in pontificale abito imprime del purpureo capel la sacra chioma, è il liberal, magnanimo, sublime, gran cardinal de la Chiesa di Roma Ippolito, ch'a prose, a versi, a rime dar

8 Cloridan, che non sa come l'aiuti, e ch'esser vuole a morir seco ancora, ma non ch'in morte prima il viver muti, che via non truovi ove più d'un ne mora; mette su l'arco un de' suoi strali acuti, e nascoso con quel ben lavora, che fora ad uno Scotto le cervella, e senza vita il fa cader di sella. 9 Volgonsi tutti gli altri a quella banda ond'era uscito il calamo omicida.

22 Tra Gradasso e Ruggier credo che sia di valor nulla o poca differenza; e di lor qual si vuol venga fuor pria, so ch'in arme far

E si ha da tener per fermo ch'in breve tempo si dará fine a questi illeciti vantaggi, quandoché alcuno li volesse, perché le monete, cosí d'oro come d'argento, non si potranno mai piú rifare con vantaggi, ma resteranno fatte per sempre con ogni perfezione.

39 Dato avea a pena a quel loco le spalle la figliuola d'Amon, ch'in fretta gìa, che v'arrivò Zerbin per altro calle con la fallace vecchia in compagnia: e giacer vide il corpo ne la valle del cavallier, che non sa gi

Ma, se noi vogliamo far giudizio di lui come si debbe, lo trovarem cosí dolce e soave e perfetto che giudicherai ch'in ciel sia la sua sedia sopra Giove, non che a quel loro, ch'è un ragazzo, uno schiavetto. ARTEMONA. Non si può dir contra. PILASTRINO. Se non fosse un noioso, un fottivento, non faria quel che fa.

112 Così a tutta la plebe e alla più parte dei cavallieri e dei baron parea; che di memoria ancor lor non si parte quel ch'in Parigi il pagan fatto avea; che, solo, a ferro e a fuoco una gran parte n'avea distrutta, e ancor vi rimanea, e rimarr

Ha disio di veder che sopra il regno gli cada tanto mal, tanta procella, ch'in Africa ogni casa si funesti, pietra salda sopra pietra resti;

Questo, non men che 'l feminile inganno, gli preme al cor; ma più che questo e quello, gli preme e fa sentir noioso affanno l'aver perduto il prezioso annello; per le virtù non tanto ch'in lui sono, quanto che fu de la sua donna dono.

qualora a voi fo col pensier ritorno e ritrovo sentenze profonde in leggiadro stil, mi confonde novello orror, ch'in me più non soggiorno. Vostra Musa di me cantando canta d'uno sterpo silvestro, a cui nemica stata è natura e 'l ciel, e io no 'l celo. Ben è la vostra fortunata pianta, che lieto il Re de' fiumi la nutrica, e la rinforza il gran Signor di Delo. Dello stesso

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