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Aggiornato: 27 giugno 2025
Abbiam bisogno di prestezza, perché il tempo ne stringe; e quanto ci ha nociuto la passata tardanza, tanto ci giovi la presente prestezza: il mondo è goduto da solleciti. ATTILIO. Eccoci all'ubbidirti. TRINCA. Voi, Attilio, perché i vecchi sono ostinati, e i loro cervelli si muovono al moto della luna, umiliatevi a vostro padre.
Vi son cervelli modellati a stampo Dei crani d'una volta e ingegni vivi In cui divin guizza talora un lampo.... È il pan che manca che li fa cattivi. Bello il morir, quando s'ignora il mondo, Piegando come un uccellin la testa. E il funeral, spettacolo giocondo, Si fa con fiori e le campane a festa.
Io mi sono vendicato di molti, e la buona causa se n'è avvantaggiata parecchio. A voi sembra un negozio molto spiccio, padre mio. Ma come fare? Non dubitate; da cosa nasce cosa, e il tempo la governa. Costoro, se voi siete prudente ed astuto, vi daranno tutti nel laccio da sè. Io li conosco, questi cervelli stemperati, i quali ardiscono fare e dire ogni cosa che loro talenti, alla luce del sole.
"E mandavano i fatti compagni alle parole, accostandosi alla spiaggia di Maima. Non era più tempo d'indugi. Scese l'Adelantado con cinquanta armati, risoluto di sanare quei cervelli matti con buone ragioni, se potevano bastare; con le cattive, se fosse stato mestieri.
Esser pöeti è legger nei futuri Giorni; è spaziar nel cielo delle indagini Condannate dai timidi cervelli; Esser pöeti o sentirsi maturi Quando nel sangue bollono i vent'anmi; È ridere di tutto, esser ribelli Alla gloria e agli affanni.
Guardava il cibo e dicea: Non ho sete; guardava il vino e dicea: Non ho fame; donde ridean le monacelle dame. Ma la calamitá raffinamento d'indomiti cervelli anch'esser suole. La bizzarra tra sé pensava drento che il gridar e il far forza erano fole. Io fingerò diceva cambiamento e nausea per il mondo, con parole; ben verrá il giorno della mia vendetta: il savio tempo e luogo e punto aspetta.
Quelle gambe pesanti e rudi balzavano per la cucina, intorno alla tavola, picchiando calci contro le sedie e le panche del focolare; le faccie diventarono rosse e, in mezzo al frastuono, alla polvere, ai canti, si videro anche i vecchi a sorridere, il vino bagnò le pietre del suolo, qualche scodella cadde in frantumi: l'ebbrezza invase tutti i cervelli e i poveri diavoli dimenticarono di essere poveri diavoli.
Si era alle frutte, e l'allegria, insieme ai fumi del vino, vaporava dai cervelli al trono dell'Onnipotente, ma trovando per via i casigliani del pian di sopra ai quali non doveva tornar troppo piacevole quella posizione intermedia.
Ha ragione esclamò il giornalista, dopo alcuni istanti di pausa e ridendo della sua confusione; correggo la frase, sopprimendo il giudizio dei posteri. Ma creda a me, il mondo non domanda cervelli sopraffini, a governarlo, e tutti gl'ignoti ministri di Luigi Filippo, a mazzo coi pochi che possiamo ricordare, confortano la mia tesi.
Egli passava i suoi giorni tra mani destre e sinistre, tra orecchie intonate e stonate, tra cranii dai capelli lunghi e dai cervelli piccoli. E alle quattro dita delle mani sinistre egli insegnava a danzare e balzare su quattro corde tese; e ai polsi delle destre egli dava forza e flessibilit
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