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Aggiornato: 21 luglio 2025
Oberto che andava cercando la sposa, perdeva in pochi momenti gli averi. Pure si sentiva contento, e chiamava: Imilda! Giunto alla casetta potè chiamarla per un bel pezzo: Imilda, Imilda! Dov'è Imilda? Voglio! Nessuno rispondeva. Che nuovo mistero. Come abbiamo detto, Ugo, smarrita ogni traccia di sentiero, errò tutta la notte.
E mentre stamio tutti lì davanti A la casetta, drento ner tinello Er vignarolo in mezzo a quer fraggello Stava a cant
Quanti anni sono passati? È venuto l'oblìo!... Io non so quanti anni, ma sono passati in pace, in pace, in pace!... O bimba, saluta la nostra casetta! Noi fuggiamo! Addio!,.. Addio!... I fuggitivi si rivolsero ancora.
E poi insieme al convoglio avrebbero fatto la strada alcune di quelle guardie di questura, venute in giù col delegato; e agli scalmanati non premeva di averle in compagnia. Strada facendo la turba ingrossò, e allorchè toccò il sagrato pareva quasi imponente. Si annunziò subito con grida e fischi, fermandosi davanti alla casetta bianca della parrocchia tutta chiusa, porte e finestre.
E la vecchia contadina, ch'era un po' parente alla famiglia del gastaldo e viveva in una casetta colonica presso il palazzo, gliene serbava la maggiore riconoscenza. La gita al palazzo Morò-Casabianca la fecero in un bel pomeriggio di aprile partendo di casa verso le due ore. Nel carrozzino guidato da Agnul avevano preso posto la signora Chiara e Loreta.
Pochi giorni dopo la nuova famiglia partiva per Merate dove li aspettava una bella casetta ed amene possessioni. Flavio ed Erminia celebrate le nozze vissero sempre in un esemplare accordo. Ebbero dei figli che furono tutto il loro amore e la delizia del Nonno, come Gervaso voleva essere chiamato dai nipotini.
È un cortile non più spazioso d'una gran sala da ballo, della forma d'un rettangolo, coi muri alti come una casetta andalusa d'un sol piano. Tutt'intorno ricorre un leggero portico, sostenuto da sveltissime colonne di marmo bianco aggruppate in un disordine simmetrico a due a due, a tre a tre, prive quasi di piedestallo, così che paion fusti d'alberi posati in terra; munite di capitelli svariati, alti, sottili, a guisa di pilastrini, su cui si incurvano dei piccoli archi di graziosissima forma, i quali meglio che appoggiati, sembran sospesi sulle colonne, a modo di cortine, che sorreggano le colonne stesse come nastri e ghirlande spenzolanti. Dal mezzo dei due lati più corti, si avanzano due gruppi di colonne che formano due specie di tempietti quadrati, di nove archi ciascuno, sormontati da una cupoletta multicolore. I muri di questi tempietti e quello esterno del portico sono una vera trina di stucco, ricamati, orlati, ritagliati, traforati da una parte all'altra, e trasparenti come un lavoro a maglia e cangianti di disegno a ogni passo; qui rabescati a fiori, l
Quante cose ha visto! la casetta bianca, le finestre dischiuse, non ancora baciate dal sole, il viale, il padiglione di glicinie, la quercia superba... Ascolta, gli par di udire una voce, è lei... no, sì, sono due voci note, la sorellina e Costanza.
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