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Aggiornato: 25 giugno 2025
Nelle provincie di Catanzaro, di Abruzzo, di Salerno, di Lecce, di Campobasso e di Avellino, si apprestavano armi ed armati. Che più? Napoli insorgeva massacrando Svizzeri e spie borboniche. L'ora della libert
Voi non sapete mica dunque, innocente provinciale, continuò Campobasso, che quando voi cospirate, noi altri, noi, siamo sempre un po' della partita. Cercate bene nella vostra memoria, e vi ricorderete chi ha potuto essere il vostro Giuda. Io non ne conosco alcuno, replicò Don Diego con semplicit
Sono io che ti parlo, replicò il poliziotto. Io sono l'ispettore di polizia del quartiere. Don Diego salutò il destino. E vengo ad ordinarti, continuò l'ispettore, di presentarti dal commissario signor Campobasso. Non mancherò, signore. Eh! vorrei ben vedere che tu mancassi. Hai tu ben compreso? A mezzodì, signore, replicò Don Diego con molta dignit
Don Diego era tutto in iscompiglio. Delle idee di tutti i colori turbinavano nel suo capo. Ciò che aveva udito e veduto lo annientava. Campobasso impiombò i suoi occhi freddi, ironici, pieni di disprezzo, crudeli, su quel sembiante decomposto e disse: Sei tu Don Diego Spani di Lauria? Sì, signor commissario. Interdetto da Sua Eccellenza Reverendissima monsignore di Policastro?
L'ispettore chiamato comparve. Un barbiere, all'istante. Fate radere fino al sangue questi due galuppi e metteteli in segreta, a digiuno. Andate! soggiunse egli poi allungando un calcio alle spalle dei due disgraziati giovanotti, pallidi come due statue d'avorio. Dopo ciò, come se nulla avesse fatto, Campobasso si fregò le mani, si riassise e disse a Don Diego: Avvicinati.
Campobasso fece un segno della testa, e due minuti dopo comparvero due bei giovanotti di una ventina d'anni. Restarono, cappello in mano, nel mezzo della stanza. Avvicinatevi, gridò Campobasso, alzandosi. I due studenti avanzavano. Campobasso ne prese uno per le orecchie, e gli applicò, senza dir verbo, parecchi schiaffi sul viso.
Sopra due plinti, i busti del re e della regina in gesso; un Cristo in un angolo; un cattivo canapè coperto di tela gialla e qualche sedia. Una signora entrò. Era vivamente commossa, pallida, tremante. Signora! disse Campobasso lasciandola in piedi dinanzi al suo tavolo, voi avete cacciato di casa vostra una giovane serva a cui noi portiamo interesse. Andrete a riprenderla.
Don Diego Spani. Ah! fece Campobasso. Vieni Al suo passar dall'anticamera zeppa di gente, tutti si alzarono. Campobasso tirò innanzi senza salutare e si diresse verso il suo gabinetto. Un ispettore gli parlò a voce bassa. Fatela entrare, rispose il commissario. Si assise e lasciò Don Diego in piedi in un angolo della camera.
Bravo ragazzo, riprese Caldesi, verificheremo nella biblioteca di Campobasso. Io non dubito punto, risposi a Zasio, che in codesti cafoni circoli puro il sangue sannitico. Le prove! le prove! interruppe Caldesi.
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