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Aggiornato: 15 maggio 2025
Sentite, signora; le dissi gravemente; il meglio è di non dover dare spiegazioni, siano esse trovate buone o cattive. Son venuti a cercare di noi, e non ci hanno trovato; segno che non c'eravamo, o che essi non hanno saputo scovarci. A buon conto, non eravamo l
Per tornare a Tangeri, dovevamo andare a Mechinez; di qui a Laracce; da Laracce, lungo la costa dell'oceano, ad Arzilla, e da Arzilla a Ain-Dalia, dove c'eravamo accampati la prima volta. Impiegammo tre giorni per andare a Mechinez che è distante da Fez circa cinquanta chilometri.
C'eravamo tutti. Erano arrivati il giorno innanzi, per unirsi a noi, un vecchio amico dell'Incaricato d'affari, il signor Patxot, antico ministro di Spagna a Tangeri, e il signor Morteo, genovese, agente consolare d'Italia a Mazagan. C'era il medico della carovana, Miguerez, nativo di Algeri; un ricco moro; Mohamed-Ducali, suddito italiano, che accompagnava l'ambasciata in qualit
Delle torcie a vento accese sul ponte rischiaravano il lugubre spettacolo. Il cielo era nuvoloso e solcato da spessi lampi; ma con mio stupore il mare si conservava abbastanza tranquillo, nè io sapevo rendermi conto di ciò che era avvenuto. C'eravamo scontrati con un altro vapore? Avevamo urtato contro uno scoglio? Mistero.
Mesti della sua mestizia, noi c'eravamo posti a giacere su poca paglia intorno a lui. Una deputazione di Siciliani variò la scena muta, empiendo la cappella di sinedochi, di ipotiposi e di epifonemi. L'onda oratoria di quei diserti isolani mi conciliò meravigliosamente il sonno.
Noi c'eravamo accorti di questa simpatia e, per avventura, ne sospettò anche la sorella. Nell'intervallo in cui il capitano fu mandato da Nullo all'intendente per accelerare l'allestimento delle provvigioni, il maggiore Caldesi con pietoso artificio condusse la conversazione su di lui, e ne sbozzò con forti imprimiture la vita.
Non osavo scrivere, nè presentarmi in casa Uglio, ricordando come l'ultima volta appunto in cui c'eravamo incontrati, Giorgio avesse finto di non vedermi per sottrarsi all'obbligo del saluto. Quand'ebbi campo d'appartarmi con Ettore Caccianimico, gli spiegai tutto questo, un po' titubante.
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