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Tale mossa fu cagionata da un lume che si mirò splendere elevato in mezzo al fumo ove stavasi il grosso della flotta combattente, ed era un segnale fatto sulla gabbia dell'albero dell'ammiraglio per chiamare d'appresso tutti i suoi legni. L'Indomabile tenne loro dietro, la seguì pure la Salvatrice, abbandonando all'arbitrio delle onde il lacerato e inconducibile Busto-di-ferro.

Il sopraggiungere di questo nuovo legno mussiano parve facesse scemare nei Ducali gran parte del loro ardire, poichè si videro rinunciare al progetto d'impossessarsi del Busto-di-ferro, cominciando il Nedena a staccarsene dalla prora e tirarsi al largo, il che fu tosto eseguito pure dalle altre sue navi, per cui la mischia cessò dall'essere tanto accanita.

Non spirava soffio d'aria, pure il lago ondulava agitato per i moti di tante navi che quivi procedevano, s'urtavano, retrocedevano: vedevansi sornuotare per tutte quelle acque frantumi di barche, pezzi di tavole carbonizzate, pennacchi, cappelli e lembi di sopravveste: l'intero orizzonte era oscurato dal fumo che si stendeva in forma d'un gran cerchio cinericcio intorno al luogo della battaglia, e veniva aumentato verso levante dai vortici che continui s'alzavano, ove stando in lotta col maggior numero delle loro navi i due sommi condottieri delle flotte si fulminavano incessantemente colle artiglierie. A mezza portata di bombarda dalla Salvatrice vedevasi combattere accanitamente quel branco di legni fra cui stava il Busto-di-ferro, e contro le quali aveva fatta rivolgere la sua prora Gabriele. Il fragore della scarica fatta dai Ducali contro l'Indomabile e la risposta subitanea di questa, scossero Falco da quel momentaneo riposo a cui si era abbandonato, onde alzato il suo moschetto gridò: "Presto, mano all'opera, che il più bello del giuoco sta ora per incominciare. Di camicioni rossi e di quei di Spagna ne abbiamo gi

Circondato questi da quattro navi nemiche, travagliava faticosamente a difendersi in ispecial modo da prora, ove il martellava la squadra comandata dal castigliano Enrico Nedena, che sconquassate quante borbote, piatte e barche minori scortavano e facevano scudo a quel legno che capitanava l'antiguardo, voleva a forza impossessarsene e condurlo prigioniero. Il comandante Borserio aveva pugnato con portentosa avvedutezza e coraggio, ma tutto l'ardir suo e la bravura non erano stati bastevoli a sottrarlo al riboccante numero degli assalitori che da quattro parti il bersagliavano: le sue bombarde erano smontate, l'albero infranto, spezzati i banchi dei rematori, spezzato il timone, tutto il ponte pieno di moribondi e d'uccisi, per cui i lacerati fianchi del Busto-di-ferro grondavano sangue. Il Borserio, benchè ferito in più parti, animando colla voce quello spizzico rimastogli de' suoi, ruotando disperatamente la spada teneva lontani ciò non per tanto i Ducali, che, gettati dalle loro navi i roncigli, tentavano di venire all'arrembaggio. L'arrivo col