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Aggiornato: 15 luglio 2025
I cattivissimi moschetti infangati, e molti fuori di servizio, e la spossatezza della gente, avrebbero agevolato ai Borbonici la distruzione dell'egregia schiera. Il 22 però passò senza novit
Voglio ritornare a Napoli, in sicurezza. Ho famiglia, io: ho figli io, che me ne importa di Francesco II? Salvatemi, signora, ve ne scongiuro. E perchè dovrei farlo? Perchè siete donna, perchè siete buona, perchè anche voi avete una figlia.... e capite... Siete un nemico, voi. V'ingannate, sono un disertore. Ebbene? Significa che io temo egualmente i Borbonici, come i Garibaldini.
Ai soldati borbonici ridotti nella cittadella non restava altro sfogo che di lanciare ogni giorno delle bombe sulla citt
Erano una quarantina, estenuati: avevano trovato la devastazione dappertutto. Dappertutto i Borbonici avevano mangiato tutto, bevuto tutto, non vi era più nulla; come potevano dunque battersi? Un ufficiale, buonissimo, parlamentava con donna Cariclea e col parroco: e era inutile, non vi era nulla, nulla.
Comunque, le comunicazioni tra la sinistra ed il centro furono intercettate dai borbonici, che in gran numero occuparono la strada maestra che conduce da un punto all'altro.
I compagni nostri, che desinavano cogli uffiziali borbonici in un'osteria contigua all'accampamento, divisero il nostro dispetto e il nostro cordoglio, rinacerbito poscia dall'arrivo di Briganti, del maggiore e dei capitani, che sedettero a mensa con molta fame e con assai tranquillit
Plutino obbiettava vivamente che Bagnara guardavano tremila borbonici, che le truppe di Scilla ci avrebbero minacciato di fianco, che da Sant'Angelo saremmo stati circuiti e impediti nella ritirata ai Forestali, che destreggiandoci intorno alle occupate altezze avremmo parimente conseguito il fine di costringere alquanti battaglioni sulle nostre pedate, e che frattanto nuove bande paesane sarebbero giunte ausiliarie al nostro campo.
Intanto l'impresa infelice di Caiazzo imbaldanzì il nemico, demoralizzò la parte nostra, ci obbligò dall'offensiva passare alla difensiva, e fu per i borbonici un fortunato preludio della gran battaglia meditata, che sarebbe stata differita senza dubbio, e che per ciò ebbe luogo pochi giorni dopo, il 1º e 2 ottobre.
Come foriero di vittoria, uno squillo di tromba nostra suonò una sveglia americana, e l'avanguardia nemica come per incanto fermossi e forse i suoi capi si pentirono d'aver avanzato tanto. I Borbonici capirono di non aver a che fare colle sole squadre, e le loro catene cominciarono un movimento retrogrado.
Invano la ritirata dei Borbonici era protetta dalle grosse artiglierie della piazza, e dai pezzi volanti di fuori i nostri militi, disprezzando il grandinare dei moschetti e delle mitraglie, assaltarono Melazzo, e prima di notte erano padroni della citt
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