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Aggiornato: 15 luglio 2025


Il colonnello Marrocchetti dopo d'aver ordinato ai Legionari di coricarsi, e lasciar avanzare il nemico senza far un tiro, quando questo giunse a breve distanza, ordinò la carica, e come leoni sulla preda, si precipitarono i Repubblicani sui Borbonici, e si portarono a bajonettate sino dentro Velletri.

A Cosenza, centro delle operazioni, nido di uomini generosi, il cui suolo, santificato più volte dal sangue di tanti martiri ed ove rosseggia tuttora di quello dei fratelli Bandiera e compagni, tutte le cure erano rivolte ad un unico scopo, distruzione della tirannia. A Nicastro come in altri punti della Calabria si riunivano uomini armati per dare la caccia ai borbonici, correre serrati a Reggio al grido di viva la libert

Comunque, egli eccitava a tutta possa i borbonici all'assalto. Correva dalle fila dei cafoni ai cacciatori esortandoli in nome del re, ch'ei disprezzava, della religione, ch'egli irrideva, ed in nome del diavolo! Prometteva onori, paradisi, ricompense, e qualche volta ricorreva anche a dei rimproveri, a degli improperii e a delle bestemmie.

Stemmi, busti in gesso e ritratti borbonici decoravano la sala comunale: il segretario, curvato dai settant'anni e sordo, sedeva aggomitolato in una logora poltrona di pelle voltando la schiena alla porta. Capitatigli noi sopra per di dietro improvvisi, il maggiore gli picchiò sulla spalla.

Giungevano le fucilate direttamente dal cancello di ferro, dalle feritoie laterali, e da qualunque punto, o finestra, ove potevansi collocare tiratori. E che potevano i nostri senza armi da fuoco? In un momento lo spazio occupato dai cinquanta tra la trincea esterna ed il cancello, fu un mucchio di cadaveri e di feriti. E i mercenari borbonici non cessavan dal fuoco.

«Arrendetevi, ragazzigridavan gli ufficiali borbonici, edificati da tanta intrepidezza, e certamente orgogliosi di tali concittadini: «Arrendetevi, non vi sar

Un'illuminazione a giorno, pria a Palazzo Reale, poi a Castellamare, ed in seguito ne' pubblici stabilimenti e nelle case di quanti impiegati borbonici si trovavano in Palermo e di quanti non poterono esimersi dall'ordine d'illuminare fermò i nostri mentre s'accingevano ad attraversare la piazza che divide Castellamare dalla Citt

I Borbonici apprezzavano giustamente la posizione di Castellamare sia per la facilit

Sul punto di partire fui trattenuto dalla visita di uffiziali borbonici; un maggiore, un capitano e tre luogotenenti.

Ma tutto ciò a nulla approdava; i nostri non retrocedevano; i borbonici non avanzavano, ma restavano sempre forti e minacciosi, ed ogni istante che fuggiva andava a loro profitto; solo uno sforzo concorde di tutto l'esercito poteva assicurare e compiere la vittoria.

Parola Del Giorno

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