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Aggiornato: 19 luglio 2025


Il prete si alzò scosso a quelle parole che rimbombavano come squilli nel coro e si ritirò a testa bassa, con un acre odore d'incenso nella veste. Dalla cucina invece arrivava un buon profumo di tordi allo spiedo; e Don Bonomo si consolò riflettendo che Moschetto era diventato un bravo figliuolo. In sala Petronilla aspettava sul canapè comperato a Clusone pochi giorni prima.

Dopo sei mesi che Bonomo dei Pollinetti era partito pe 'l seminario, gi

Pepa gemeva Don Bonomo con la fronte tra le palme: Pepa, se è vero che la mia pace sta per essere distrutta, intercede pro me, libera me a malo! Cadde la sera Don Bonomo si moveva dalla sua posizione. Ad un tratto comparve il sagrestano e a voce forte, quasi impaziente, lo avverti ch'egli era atteso nel plebisterio.

Petronilla picchiando per terra il bastone rispose: Giust'appunto: questa sera aveva fissato di venire da voi, in casa vostra. Don Bonomo, senz'aggiungere verbo, si allontanò con la testa sconvolta e il sangue in fiamme. Che volete da cena, Don Bonomo? domandò Moschetto quando lo vide comparire. Ma Don Bonomo, taciturno, infilò un uscio dopo l'altro e andò a rincantucciarsi nel salotto nuovo.

Ella non poteva perdere le antiche abitudini e, nella sua ignoranza, le riusciva impossibile chiamare il cappellano in altra maniera. Ma Don Bonomo, tremando un poco dall'emozione, ruppe il ghiaccio per il primo. E dunque? Mille domande si racchiudevano in quest'unica domanda. Il povero diavolo sentivasi venir freddo e dovette appoggiarsi alla tavola per non cadere indietro.

Don Bonomo si rassegnò. Una volta per settimana continuò le proprie visite al camposanto su la fossa di Pepa, disse alla povera donna una quantit

Una luce pallida di vespro nuvoloso pioveva dai vetri del finestrone; nella penombra gli stalli ergevano le braccia nere, tarlate e unte d'olio; in fondo, presso il campanile, una donna scopava il pavimento. Don Bonomo aperse un libro di preghiere e pensò.

Ella portava il suo vecchio abito di lana azzurra, non aveva scarpe e teneva intorno alla schiena, cadente con civetteria, uno scialle frusto ereditato dalla povera Pepa. I suoi occhioni celesti luccicavano da quel cantuccio e le sue mani si nascondevano sotto il grembiale. Addio Petronilla disse Don Bonomo quando la scorse; la giovanetta senza meno alzarsi ripetè: Addio, Bonomo.

Don Bonomo abbassò la fronte, permise che parlassero tutti e due insieme, concesse quello che vollero e si sbarazzò di Petronilla dopo aver combinato con lei che le nozze avrebbero luogo tra un mese al più tardi. Egli stesso diede parola che pe'l giorno del matrimonio consegnerebbe a Moschetto sei franchi ed a lei un abito completo della povera Pepa. Era tutto quanto potesse fare.

Il presbiterio quando vi entrò don Bonomo dei Pollinetti era in isfacelo. Sgretolavansi le muraglie, sfasciavansi gli stipiti ed i soffitti cadevano in rovina. Il predecessore l'aveva lasciato in quel modo fuggendo per la disperazione; ma esso presentava per don Bonomo, a malgrado di tutto, le comodit

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