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Aggiornato: 19 luglio 2025


Simone di Filippo Reali da Pistoia, che abbiamo veduto seguir con l’armi le sorti del Vergiolesi, fu vicario di tutta la Lunigiana per Arrigo imperatore: poi nominato da lui signor di Gaddo e Montechiaro in Piemonte; e nel 1331 luogotenente di Giovanni re di Boemia in Pistoia per distaccarla da’ Fiorentini.

Egli aveva percorso la Spagna, l'Inghilterra, la Boemia, l'Africa, la China allo scopo di raccogliere i tori, i cavalli, gli uomini, le donne, le scimie che gli abbisognavano per la sua intrapresa, ed era riuscito a radunare una popolosa carovana di persone e di animali.

Ad ogni modo, in mancanza d'altri, i ghibellini si gettarono in braccio a uno strano capo, Giovanni re di Boemia figliuolo di Arrigo VII, un bel giovane tutto zelante per l'imperatore, per il papa, per la pace, per qualunque impresa, vero cavaliere di ventura, precursor de' condottieri, quasi giá condottiero.

«Il Granduca di Toscana, Principe Reale di Ungheria e di Boemia, Arciduca d'Austria, mio Signore, m'invia presso la Maest

In quelle ricorrenze, la boemia dei poetastri gracidava dalla Gazzetta i suoi inni pindarici. I poeti e i letterati, meno qualche eccezione, passavano per spie. La calunnia non rispettava le grandi intelligenze, e imperversava sulla turba degli scribacchiatori.

I due amanti si riscossero allo stridere che fece l'uscio nell'aprirsi essi erano soli nella sala. Guarda, Silvia, disse dolcemente la vecchia tenendomi per mano, guarda chi ci ha ricondotto tuo cugino. E rivolgendosi allo sconosciuto ed a me, pronunciò prima il mio nome, poi quello del giovine che disse essere il barone di Saternez nativo di Pilsen in Boemia. Ci inchinammo scambievolmente.

Dopo quindici giorni sparí del tutto l'illusione dell'indipendenza italiana; con proclama de' 23 maggio il F. M. Conte di Bellegarde solennemente promulgò che non piú in nome delle Alte Potenze coalizzate, ma bensí per il suo sovrano e padrone l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia, riteneva Milano e le annesse provincie. Dichiarò nel tempo stesso, che da quel giorno cessava l'attivit

Don Domenico fiutava e sorbiva il moka nel salone con alcuni amici, e Don Diego rimarcò, quantunque poco conoscitore, il bel servizio di porcellana inglese di Minton e la cristalleria di Boemia. Tutto ciò, mediante 180 lire al mese! Era la ripetizione in permanenza del famoso miracolo dei pani e dei pesci, di cui, a vero dire, gli impiegati di S. M. Siciliana conoscevano tutti il secreto.

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