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Aggiornato: 21 giugno 2025
Io sedevo a tavola dirimpetto a mio zio, lo servivo con sollecitudine affettuosa, gli mettevo sul piatto i migliori bocconi, e gli tenevo il bicchiere sempre ricolmo. Egli mi accennava di arrestarmi, ma poi cioncava e stava allegro. Tutto procedeva a meraviglia. La Rosa faceva miracoli, e Bitto lambiva le mani a mio zio e gli faceva mille feste.
Dopo ricevuta la lettera della contessa, e udita la narrazione di mia figlia, andai io stesso a liberare Saverio dalla sua prigione, e gli apersi le porte di casa. Mia moglie e mia suocera lo accolsero come un figlio. Egli non ebbe parimente a lodarsi di Bitto, che lo ricevette come un ladro, abbaiando furiosamente, e minacciandolo se avesse osato avanzare. L'intervento della promessa sposa calmò i furori del cane, che anche questa volta dovette rassegnarsi alla volont
Bitto diede un guizzo, saltò a terra, si mise a gemere presso la porta, raspando colle zampe, guardandomi, ed abbaiando. Gli apersi, ed egli in due salti fu abbasso. Bisognava vedere le smorfie che quel vile adulatore faceva alla ragazza! L'attaccamento, l'affezione, la riconoscenza verso chi d
Narrai anche il mio incontro con Bitto, e la gioia reciproca dei due poveri vagabondi che si fecero buona compagnia, consolandosi a vicenda della solitudine, ma dovetti tagliar corto al racconto, perchè mi parve di scorgere sul volto della ragazza dei segni non equivoci d'emozione, ed io non intendeva d'intorbidire la festa facendo versare delle lagrime.
Partimmo subito, seguiti dal domestico che portava un cesto coperto, e preceduti da Bitto che andava ad esplorare il terreno, ed abbaiava alle pecore che pendevano dall'erta e ci guardavano passare con attenzione e diffidenza. Pare che certe bestie non abbiano troppo buona opinione dell'uomo.
Il lato positivo della vita mi veniva rappresentato da quattro sacchi di farina che mi pesavano sulle spalle, come all'asino del mugnaio!... Bitto, che non aveva di questi pensieri, russava tranquillamente a' miei piedi, aspettando l'ora del pranzo, che non gli sapeva di sale quantunque andasse a chiederlo in casa altrui.
Poco prima di mezzogiorno, Bitto passava per andare a pranzo a casa Bruni, e al suo passaggio gli scolari si apparecchiavano alla partenza; alla comparsa del maestro si aprivano le lezioni, a quella del cane si chiudevano; il comune era servito a meraviglia da due individui, e non ne pagava che uno solo.
Io sedevo dirimpetto al signor Nicola, fra l'Agata e la signora Giovanna; la Rosa ci serviva, mentre in cucina la Menica e Martino approntavano le vivande, e Bitto passava in rivista i piatti di ritorno aspettando la sua parte.
Io precedeva la comitiva insieme con l'Agata, poco dopo seguiva il signor Nicola colla signora Pasquetta, ed ultimi il dottore colla signora Giovanna. Bitto andava avanti e indietro, su e giù per l'erta, come sogliono fare i cani... e gl'innamorati. Il sole, dardeggiando i suoi ultimi raggi dietro la montagna, tingeva di porpora e d'oro le nuvolette increspate che vagavano pel firmamento.
Quando muoveva i primi passi ancora incerti, si abbrancava al pelo dello schiena di Bitto, e si teneva salda al suo appoggio, ed egli andava avanti pian piano, l'aiutava a camminare, mostrandosi altamente compreso della sua responsabilit
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