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Aggiornato: 14 giugno 2025


Ell'aveva paura di Roma; la teneva responsabile della malattia di Bebè, la incolpava d'aver, col suo fascino, distolto lei da' suoi uffici materni, d'aver reso meno assidue, men vigilanti le cure di cui, sino allora, ell'aveva circondato la sua creaturina.

E co' suoi monosillabi, con le sue frasi sibilline Bardelli lasciava intendere che le faccende di casa sua non procedevano come una volta. Ma non si spiegava chiaro, e Diana, sempre preoccupata della salute di Bebè, non insisteva per aver maggiori particolari.

Così per esempio ell'aveva voluto continuar ad allattare benchè l'allattare la estenuasse; così ella non cedeva a nessuno l'ufficio di fare ogni mattina il bagno alla bimba; così ella s'imponeva la regola di uscir pochissimo di giorno se non poteva portar seco Bebè, e di non uscir mai la sera nemmeno se Bebè dormiva tranquillamente. Non doveva ella invigilarla sempre?

Da qualche tempo s'era detto a Bebè ch'era ora di finirla con quest'antifona del pap

Le idee di Bebè non erano chiare e sembrava che ella avesse di nuovo tutta la propensione a dare il sacro nome di padre a Bardelli che le stava vicino. Sbuffando e romoreggiando, il convoglio, con una celerit

Diana guardava commossa quella zitellona lunga, angolosa, ribelle ai legami domestici, che pur trovava in fondo al suo cuore, per distrar Bebè, un tesoro di tenerezza. Che buona mamma sarebbe stata! ella disse. Ma l'Inglese che non rinunciava alle sue teorie si affrettò a protestare. Non creda... Non avrei avuto pazienza. Ne ha tanta coi bambini degli altri.

Non che Bebè peggiorasse; anzi, sulle prime, era parso che il ritorno a Torino avesse giovato al suo umore. Andava volentieri la mattina al Valentino, faceva oneste accoglienze a Bardelli, e poichè i baffi cominciavano a spuntargli adesso, a ventisett'anni, ella, ammirata della novit

E involontariamente ella confrontava quell'agitazione perpetua e febbrile con l'esistenza placida ch'era serbata a lei, sempre fra le pareti domestiche, sempre accanto a Bebè, sempre intenta a scoprire il miracolo di quella vita che sbocciava sotto i suoi occhi.

I singhiozzi le impedirono di continuare; le forze le vennero meno; levatasi in piedi, si sentì vacillar sulle gambe, ma prima che sua madre o suo zio accorresse a sostenerla, ella ebbe il tempo di precipitarsi nella camera vicina e di cadere ginocchioni presso il letto di Bebè. La signora Valeria la seguì e si chinò amorevolmente a lisciarle i capelli.

Spesso la Regina va a passeggio in quest'ora. L'Irene sgranò gli occhi, e Bebè che s'era svegliata volle seder tra la signora Daria e la mamma. Fermiamoci un minuto disse Diana additando la balaustrata di marmo di dove si vede così bene San Pietro.

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