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Il giorno prima Ezio s'era fatto condurre dai barcaiuoli a Lezzeno in cerca di un vecchio notaio Morelli, che aveva goduto la fiducia del babbo, ed aveva avuto con lui un lungo colloquio. Ora il notaio scriveva con riservatezza, per avvertire la signora Bagliani, che il giovine aveva dettato un vero testamento, come se fosse alla vigilia della morte.

Bruno, balzato nella barca, si slanciò al collo di Nicla. E la baciò, l'accarezzò con tanto fervore, con tanto improvviso brivido, ch'ella lo fissò un poco sorpresa. Ma da dove vieni? chiese, mentre i barcaiuoli vogavano a sciaroga. Che è questo furore? Non ci siamo visti ieri? I suoi occhi sorpresero lo sguardo fosco e dubbioso del fanciullo, che scrutava il mesto volto allungato di Duccio.

Spaventati, presi dinanzi e alle spalle, i beduini perdettero la testa e si diedero alla fuga per le stanze e precipitandosi dalle finestre si salvarono nelle foreste del Bahr-el-Abiad. Dieci minuti dopo Fathma, Omar, Daùd e i suoi barcaiuoli abbandonavano la villa e s'imbarcavano sui canotti, salendo la corrente del Nilo Bianco. CAPITOLO VI. La Dahabiad di Notis.

I barcaiuoli, ai quali l'imminenza del pericolo infondeva un disperato coraggio, si difendevano strenuamente coi fucili, colle pistole, cogl'jatagan, colle scimitarre, colle scuri e persino coi remi, martellando, puntando, forando, schiacciando, tagliando in piena carne.

Alle due di notte sulla riva destra apparve il villaggio di Mahawir, attruppamento di capanne coniche e sede di una popolazione di barcaiuoli e pescatori la maggior parte dei quali si alleano agli arabi Abù-Ròf per esercitare la tratta degli schiavi a rubare ragazzi in questa o quella borgata.

Tutti a prua, cani di barcaiuoli! A prua! a prua! ripetè Fathma, che rispondeva bravamente al fuoco del nemico. I barcaiuoli compresero il pericolo e ritornarono dietro la bordatura di prua, riparandosi meglio che era possibile. Era tempo.

Non mi sono mai tanto divertita a impostare una lettera. Costeggiando la riva, osservò che i barcaiuoli approntavano la lancia e issavano a poppa la bandiera bianca col serpentello vermiglio. No, disse loro, mettete la bandiera grande.

Daùd e i barcaiuoli appena uditolo si erano tutti alzati scrutando attentamente le rive del fiume. Presentivano istintivamente che qualche pericolo li minacciava. Passarono sei o sette minuti, poi quel grido tornò a ripetersi, più vicino, più forte, più vibrante facendo cessare d'un subito il concerto orribile delle belve attruppate sulla riva.

Presso la lancia di casa, appoggiati ciascuno al remo, due barcaiuoli aspettavano in silenzio. A poppa sventolava, tutta bianca con un serpentello vermiglio aggomitolato in un angolo, la bandiera di Nicla. Bruno andò incontro alla sua amica e la guardò senza parlare.

Il serenissimo Francesco secondo, vivente, intese giá ne' primi anni del suo felice governo che al passo del fiume Panaro su' confini di Modona e di Bologna, ch'è di sua ragione, facevano que' barcaiuoli pagare un testone ogni carrozza da nolo, che erano allora tre lire e tre bolognini di quella moneta; ma che questo dazio o pedagio non era stato da' principi anteriori costituito se non in 45 bolognini soli, e che la varietá da' 45 a' 63 era nata perché a que' primi tempi il testone non valeva che 45 bolognini; e, sebbene il testone è moneta bolognese, non modonese, avevano que' passatori sempre esatto un testone e non 45 bolognini: onde, sebbene avevano sempre esatto solo un testone e non piú, nondimeno era cresciuto il dazio da 45 a 63, contandolo a moneta minuta modonese.