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Aggiornato: 17 giugno 2025


Sentite o non sentite? l'interruppe Aroldo: St, st. Fermate i cavalli. Sentite? Per l'anima di Oldrado, se è tromba! E i balestrieri non sono ancora a posto! meravigliò Ugo. S'udì ancora uno squillo venire dalla banda del castello, ed ecco poco dopo, alla svolta della strada, di lontano, comparire un gruppo di cavalieri, coi pennoncelli spiegati.

Landri infatti si persuase. Ma essendo entrati nella basilica per cominciare le funzioni, i balestrieri del re ce lo inibirono; e non lo avrebbero permesso mai, se Landri non avesse pagata la somma richiesta. Landri però è stato unto vescovo.

Obbedì, e, come volle il Tanaglino, prese la strada dell'Argentara, a passo giusto da prima, indi man mano più frettoloso, perchè i balestrieri lo spingeano da tergo, incalzati com'erano d'improvviso dalle schiere di riscossa condotte innanzi dal marchese Galeotto.

Era partito per Genova con una scorta di sei balestrieri a cavallo, non volendo scomparire con la gente di messer Filippino, e piacendogli di onorare per una volta tanto il suo antico luogotenente Giovanni Passano, diventato in certo qual modo suo genero, ma sopra tutto suo "alter ego" in Genova per ragion di negozi.

Nel castello suonarono i pifferi a scorno e dalle feritoie i balestrieri levarono grida di vittoria... Si scosse Ugo, dolorosissimo, e ancora incerto di quanto era accaduto, ancora imprecava: Maestro, v'hanno pagato per tradirci?

Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A. fog. 81 a. t., leggesi un diploma dato di Napoli a 28 aprile duodecima Ind. per 100 balestrieri e 200 lancieri a piè, venuti poco prima da Firenze, che si mandavano a Ruggiero Sangineto per ingrossar l'oste all'assedio di Scalea.

Capisco; interruppe il buon capo dei bombardieri; e tu ameresti ora cambiar di padrone. Andate, voi altri; soggiunse poscia, voltandosi ai due balestrieri che accompagnavano il Maso; questo prigioniero rimane con me. Il Maso diede una rifiatata di contentezza. Ma quei due non si muovevano ancora. Messere, entrò a dire il Tanaglino, la corda di balestra con cui è legato, mi appartiene.

La fanteria fiorentina e lucchese era in tutto più grave. Andava armata d’un giaco e d’una cervelliera; di spada, di lancia e di grandi scudi. Balestrieri e saettatori ve n’erano a cavallo e a piedi.

E messer Pietro, la mattina del 14, bravamente discese. Santino da Riva, colle sue lancie, correva sulla sponda sinistra del torrente di Pia, per assicurare le spalle dell'esercito dalla imboscate nemiche. I quattrocento balestrieri di Genova calarono in bell'ordine sotto il comando di Nicola Fregoso, giovin cugino di Pietro, e s'avviarono verso la foce del torrente. Giunti ad un luogo coltivato, che avea nome di Vigna Donna, si fermarono, con gran meraviglia dei difensori di Castelfranco, che si aspettavano un assalto e stavano ai parapetti, pronti con verrettoni, sassi, e pece bollente, a respingerli. Questo per la difesa del castello; ma dietro ai saglienti dei bastioni c'era preparato dell'altro, per attaccar battaglia sul lido. Erano col

E lungo; e ho avuto appena il tempo di far la mia relazione al Marchese, ch'egli mi ha mandato fino a Pia per vedere la nuova compagnia di balestrieri che ha presa in condotta testè. Ero salito a Calvisio per dare un'occhiata alla guardia; torno al passo della fiumana e mi dicono che due cavalieri sono discesi verso Castelfranco, avviati pel Borgo.

Parola Del Giorno

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