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Aggiornato: 16 maggio 2025
La fanciulla sotto quella raffica s'era ancor più rannicchiata nella sua poltrona, ma rimaneva imperturbabile e decisa. È giusto! ella disse. Parlerai? esclamò avidamente Carlotta.
A Giacomo, frattanto, le parole uscivano sempre più rotte, confuse, poi tacque ad un tratto e baciò avidamente quella bocca umida, odorosa che lo tentava; baciò i capelli, gli occhi, di Lalla, la coprì tutta di baci.
Il giovane le copriva di baci la mano; e al lume che di sull'inginocchiatoio le rischiarava di traverso la faccia, la fissò avidamente. Essa mezzo seduta ed appoggiata ad un mucchio di guanciali, gli sorrideva.
Le cercò avidamente la bocca, e la risposta migrò da labbra a labbra, non udita nemmeno dalle pallide foglie immote. Ma poichè Emilia sentiva la stretta divenire ardente, e il suo cuore e il cuore dell'uomo precipitare i battiti come nell'ora delle supreme follie, ella aggiunse: Lasciami!... Lasciami!... Lasciami!... E si scostò con un balzo.
(si sente male; le manca il respiro; è abbattuta.) Ahi!... Ahi!... (S’alza, va fino alla tavola apparecchiata, e beve avidamente il vino gi
Diana con gli occhi fissi sulla sua bambina che era in collo all'Irene beveva avidamente le parole incoraggianti della signora Amalia e della sorella. Non è vero che abbia l'aria così patita... Oh Dio, ha avuto tre o quattro febbri piuttosto forti, ed è naturale che sia rimasta un po' fiacca... Ma vedr
Disceso dalla gondola, l'Albani precipitò nel palazzo, corse alla sala di amore, si fece portare il gran libro, e dopo averlo sfogliato, arrestò gli occhi sulla pagina che portava la sua petizione. Sotto i caratteri, una mano di donna, la mano gentile di Fidelia, avea tracciato queste poche linee, che l'Albani lesse avidamente.
Sono io, son io che ti bacio! urrrla la mia blindata 74 Sono io che ti bacio! Io sono la bocca d'acciaio veloce che scivola sulle morbide colline del tuo seno, sulle ben tornite montagne delle tue spalle, baciandoti tutta, avidamente, con lussuria!
Come avrei saputo farla lieta e felice a quella vergine adorata! Come tutto avrebbe dovuto sorriderti attorno!... Egli reclinava la testa sul seno di lei, aspirandone avidamente il profumo. Lo so, lo so, come mi avresti amata! Come ora, bambino! E il passato non è sepolto, scordato per sempre? Per sempre? Ne dubiti ancora? Giuralo.... La baronessa si rizzò in piedi, guardandolo fisso.
Un giorno, da Evian, l'aveva guidata a una cappella dove celebravano una festa che chiamava a torme i credenti dai luoghi più lontani: anche egli aveva chinato la dubitosa fronte come tutti quegli umili, come lei; ma non soltanto per seguire l'esempio della fedele, per nascondere a un tempo il pianto che lo accecava. Un'altra volta, sulla montagna, ella erasi fermata dinanzi a una cappelletta alla porta tarlata della quale stava infissa la grossa chiave rugginosa; con la debole mano bianca cercava di schiudere quella porta, inutilmente. Egli stesso l'aprì, e nell'atto che schiudeva alla pia il varco del sacro luogo, egli pensava come grande fosse la secreta forza di quella debolezza apparente: quando la povera mano s'era stancata invano e pareva aver dovuto rinunziare all'intento, il muscoloso braccio era stato spinto a vincere per lei l'ostacolo. E allora egli aveva sentito struggersi dal bisogno di baciare quella mano addolorata, di baciarla devotamente sul dorso, di baciarla avidamente sulla palma; dal bisogno di sentirsi imporre la miracolosa mano sulla fronte infiammata. Non era la dolce mano soccorrevole e salutare? Non l'aveva egli vista un giorno medicare pietosamente un ferito, un infermo della cui insania morale tutti ridevano e che ella sola commiserava? Quell'uomo era caduto, grondava sangue; e alla vista del suo sangue, all'udire le sue parole più scomposte del consueto, le risa crudeli crescevano; ella sola, come una suora, aveva saputo medicarlo e guarirlo. La sua mano era soave ed agile, pronta e destra all'ufficio di carit
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