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Perciocché, al medesimo 15 ottobre le schiere di Matilde toccano nel Mantovano una gran rotta dalle imperiali, ed è mortalmente ferito re Rodolfo in un'altra battaglia in Germania. Allora fa sua seconda e ben diversa discesa Arrigo, or vittorioso ed a capo d'un grand'esercito.

Come qui, Azzo? due anni son corsi dal nostro viaggio ad Ajaccio... Arrigo... ti racconterò poi... ma questa... è la tua sposa? , Azzo.

Arrigo?! esclamò ad alta voce l'uffiziale Arrigo? lui? e gli si avvicinò. Scusate, signore, è Arrigo il vostro nome?... , tenente... ma... quale strana rassomiglianza!... il vostro nome, uffiziale, il vostro nome!... Azzo Carbonera. Carbonera!... Oh ch'io t'abbracci, Azzo, mio salvatore!... Azzo! Arrigo Rapisardi! Amico mio! Quale consolazione!

Ma , tutta quella storia di Arrigo Beyle, di Livingstone, che so io?... Non c'entra nulla con quel conte Filippeschi che fa il commesso.... Non c'entra nulla? Ti pare?... esclamò Celso, contento di poter riprendere un discorso di carattere intellettuale.

Dopo parecchi Papi giunge al pontificato Leone XI nel quale riarde il concetto della primazia sopra tutti i petenti della terra; costui fu tedesco, e mandato dallo imperatore Arrigo a reggere Roma; per arruffare ei piglia il partito dei vescovi francesi convocati a Reims contro il re Enrico; poco dopo si conduce a combattere contro i Normanni; le profferte di questi respinge, ed ingaggiata battaglia prova nemica la fortuna del giorno; di tumido fatto codardo piange, e trema: ai Normanni par bello, forse anco utile, possedere consacrata dal vicario di Cristo la terra rapita a taglio di spada.

Risalí quindi a Toscana, pose campo contro a Firenze, che sola ebbe qui e sempre la lode di costanza guelfa, che disprezzò le minacce di cancelleria e di guerra, che resistette. Quindi Arrigo levonne il campo, avviossi contra il Regno, ma infermò e morí a Buonconvento . Fu quasi fuoco fatuo, lucente ed innocente.

Il quale si chiamava Lanzone, e merita essere nominato qui, perché diede uno de' piú santi esempi rammentati da nostra storia; un esempio che dicesi imitato a' nostri in modo piú puro ancora, e da un uomo anche piú grande. Stretto Lanzone una volta dall'arcivescovo e dai capitani, fu a Germania, ed ebbe da Arrigo promessa d'un forte aiuto.

Tuttavia Corrado e i due Arrighi III e V ebbero forte volontá, coraggio e vasto ingegno; Arrigo IV, all'incontro, giunse d'una in altra stravaganza giovanile ad ogni sfrenatezza, all'ultima indifferenza tra mezzi buoni o cattivi. . Succedette anch'egli senza contrasto colá e qua.

Morí Ariberto l'anno appresso ; men lodevol prelato che non gran signore feodale, ei ci ritrae la condizione di quasi tutti quei vescovi, abati ed uomini di chiesa di quell'etá. A comporre tutto ciò scese dunque Arrigo III nel 1046. Passò a Milano, venne a Roma.

Era davvero una bella scena, ed Arrigo ne tripudiava: l'amore di Emma, l'affezione della baronessa madre, lo rapivano e gli erano augurio auspicato di felice avvenire! Oh chi sa leggere nel gran libro degli arcani? chi sa divinare il futuro? Arrigo ed Emma, beati d'amore, non sognavano che amore!