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Aggiornato: 8 maggio 2025
Incaricata dal comando delle EE. VV. l'umilissima persona mia, di renderle informate di quali e quante spese occorrono sopra le mercanzie, le quali si distaccano da questa dominante per giungere in Astrakan, porto in ora dipendente dall'imperio di tutte le Russie e situato alle bocche del Volga, per mezzo delle quali esso gran fiume si scarica nel mar Caspio, non ho creduto di poterlo adempiere in modo migliore che con quello di rassegnare a VV. EE. l'inserto conto, il quale con chiarezza e preciso dettaglio dimostra ogni e qualunque spesa non solo, ma quale è altresì la strada per cui le mercanzie da queste lagune presentemente giungono, traversando li mari Adriatico e Arcipelago, li stati Ottomani, il regno di Persia ed il mar Caspio fino alle foci del Volga.
La grande isola di Potikoros giace nell'Oceano equinoziale, al trentesimo grado di latitudine, non molto lontana dal piccolo arcipelago dei Navigatori.
Ma per allora, seguendo le indicazioni dei naturali di Bohio, egli andò a cercare Babeque, la irreperibile Babeque. Le navi avevano appena pigliato il largo, che incominciò a soffiare il vento di tramontana, e così fresco, da consigliare una poggiata verso l’isola di Cuba. La spedizione entrò allora fra alcune isolette, le quali sorgevano in vicinanza di un gran porto, a cui Cristoforo Colombo impose il nome di porto del Principe. Egli spese qualche giorno a visitare coi suoi palischermi il grazioso arcipelago, a cui diè nome di Giardino del Re. Erano quelle isole così fitte e vicine, che dall’una all’altra non era più d’un quarto di lega; e tanto erano profondi i canali, le rive così adorne di alberi e di erbe così verdi, che niente si sarebbe potuto immaginare di più bello. Tutte quelle isole erano vuote di abitanti; eppure ci si vedevano tracce di molti fuochi di pescatori. Sicuramente, a quelle isole andavano i naturali di Cuba, per attendere alla pesca; la qual cosa si seppe poi con certezza, insieme con altre particolarit
"Tutto il contrario," mi rispose con mio rammarico; "può venire il giorno in cui la Zelanda non sia più arcipelago ma terraferma. La Schelda e la Mosa portano continuamente limo che rimane in fondo ai bracci del mare e che alzandosi a poco a poco ingrandisce le isole e chiude nella terra citt
Poi, dolorosamente, il laccio del frastuono s'allenta, e lascia libera quella preda che non si può sradicare.... La prima fila, formata di sei dreadnoughts, diventa un arcipelago imprevisto di emergenti vulcani in eruzione! Tutta la squadra luccicante al sole cosparge lo spazio di terrore e di porpora.
Tali sono gli altissimi coni del gruppo di Lipari, delle Marianne dell'Indiano arcipelago, e tanti altri.
Parola Del Giorno
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