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Alla chiusa dell'adagio di Mendelssohn un uomo grave, che sedeva un poco in disparte dagli altri, ed era semplicemente vestito in abito da sera, parlò: Io non m'intendo molto di musica. Ma questa musica mi piace. La regina si volse a lui, e sorrise. E quel sorriso fece trasalire Anne-Marie. Mai ella non aveva veduto un sorriso così dolce, così fulgido e abbagliante!
Svanito! Nancy sedette sul letto accanto ad Anne-Marie. Vi fu un lungo silenzio. Aldo si mosse nervosamente. Te l'avevo pur detto io, che i sistemi non valevano niente...
Nancy la pregò di condurla nella camera del marito; ma trovò che era una piccolissima «mansarde» in cima alla casa. Allora Nancy prese per sè e per la bimba un'altra camera; e Anne-Marie andò a letto, beata di dormire sotto a una zanzariera. E subito si addormentò. Nancy scese al salone. Era buio. La padrona sedeva in giardino con una vecchia signora e un ragazzetto grasso.
Rispose con esitanza. Ma... e il violino di Anne-Marie? Egli aspettò che ella si spiegasse; ed ella spiegò. Anne-Marie sarebbe diventata uno straordinario virtuoso.
Frattanto la fama del «Wunderkind» era arrivata a Vienna; e tosto Anne-Marie fu invitata a suonare in quella citt
Un'ora dopo l'arrivo del Selvaggio, la imperiosa Anne-Marie era soggiogata e rapita; Fräulein, sollecita e felice, s'affaccendava per rifocillarlo e ristorarlo; e Nancy, calma e serena in poltrona, lo contemplava; e le pareva che nulla più al mondo potesse perturbarla o ferirla.
Fräulein entrò dietro a lei con i molti pacchi; e il cagnolino abbaiò vedendo i sorci. Addio, Anne-Marie! Addio, mio amore, disse Nancy, soffocando il pianto, e sporgendosi a baciarla, con grande difficolt
Sola. Ritta, immobile in mezzo alla stanza dove l'ultimo bacio di Anne-Marie l'aveva lasciata, ella udiva salire dalla via le acclamazioni e gli evviva. E per un istante si figurò che fosse la fine di un concerto, e che ella ed Anne-Marie salissero in carrozza per tornare a casa. Ecco: la portiera era chiusa, mille visi ignoti sorgevano intorno agli sportelli, ed Anne-Marie, la sua bambina, salutava prima dall'una finestra, poi dall'altra agitando le mani, ringraziando, ridendo... I cavalli partivano, ed Anne-Marie ricadeva indietro tra le braccia di sua madre, nascondendole il viso sul petto con un piccolo sospiro di felicit
Ma Anne-Marie dorme, disse Nancy. Svegliatela, disse l'impresario. Nancy si sentì impallidire. Movetevi dunque, disse l'impresario. Non morir
Ma Anne-Marie, alla prima nota di ogni nuovo pezzo che George cominciava con molta espressione e molto pedale, gridava: No, no, no! Non è quello! Non è quello! Non suonate più! Non voglio sentire quello! E finalmente pianse e divenne tanto cattiva, che per castigo le due gambe posteriori dell'orso, che ella non aveva avuto ancora il tempo di mangiare, le furono portate via.
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