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Aggiornato: 18 giugno 2025
So disegnare un pochino; si provò a dire il giovane. Ah bene! questo è il fatto nostro; gridò il padre Anacleto. Oh, non dubiti, non le domanderemo i cartoni di Raffaello. I soli principii del disegno basterebbero.
Bianca gli guardò dietro mentre egli s'allontanava, e le pareva sentirsi venir meno un grande aiuto; timorosa di rimanere sola col babbo, che forse le avrebbe chiesto del colloquio avuto da essa col padre Anacleto.
Una fiera battaglia si combatteva nell'anima del padre Anacleto. I tempi trascorsi gli ripassarono tutti dinanzi, mutandosi e rimutandosi senza posa, come le immagini bizzarre di un caleidoscopio. Vide i giorni in cui aveva amato e sofferto, ringraziato il cielo e bestemmiato.... Sì, anche bestemmiato, perchè l'uomo non è un angelo, e le sue ire hanno sempre mestieri d'uno sfogo volgarmente feroce. Aveva egli amato mai veramente? Poc'anzi, rispondendo al serafino, aveva detto di no, e creduto di rispondere il vero. Ma infine, poco o molto che fosse, aveva amato; diciamo pure che aveva amato secondo l'et
Del resto, mettete pure che il padre Anacleto non pensasse nulla di tutto ciò che son venuto esponendo. Egli andava su e giù, non pensando affatto; faceva come l'ubbriaco, che cerca un filo e non lo trova, o che, vedendone parecchi, tra le idee confuse che gli si affacciano alla mente, non ne afferra nessuno.
Non c'è pericolo; rispose il fratel Giocondo. Lei sa, priore, che stono maledettamente. Bene; vi permetto di stonare.... nel senso di non rispondere a tono; ripigliò il padre Anacleto. Non abbiamo niente da nascondere, è vero; ma non tutto ciò che si può dire va detto. Dopo questo breve colloquio, il priore tornò nel parlatorio. Eccomi a Lei, commendatore; diss'egli. Se vuol favorire....
Aperse le braccia, guardò in alto, e senza più dire parola, uscì di quella casa, dove gli pareva di sentirsi strozzare. La famiglia del cascinaio lo vide allontanarsi quasi fosse perseguitato da qualche nemico; e vide anche il padre Anacleto venir sulla soglia, e fargli dietro una croce, per mandarlo segnato e benedetto.
Il nome del signor Prospero, come potete immaginare, era stampato; il resto era fatto a penna, e con una leggiadra mano di scritto, che non doveva esser quella del signor Prospero. Ah serafino! serafino! esclamò il padre Anacleto, sospirando, poi ch'ebbe letto due volte. Non era più il caso di aspettare un sonno che per tutta notte non aveva voluto scendere sulle ciglia del padre Anacleto.
Quando la cascinaia del signor Fedele giunse al convento, il padre Anacleto era sul rialto, donde poche ore prima, il guardiano aveva arringata la turba andata in guerra. Egli girava intorno a certo pilastro sormontato da una croce di ferro, al fresco delle grandi querce che ombravano il poggiolino.
Il serafino interruppe alle prime quella triste rassegna con una crollata di spalle. Tornate all'altro motivo, ve ne prego; soggiunse. Questo, che accennate, val poco; anzi non val nulla affatto. Quante volte, nella vostra vita, avete trovato.... che non era vero? Il padre Anacleto rimase un istante perplesso. Ma gli occhi scrutatori del monachino gli erano addosso.
Forse era da vederci l'ultimo sfiatatoio rimasto al vulcano che aveva sollevato dal fondo dei mari antichissimi quello strato calcareo; forse era effetto più modesto e più lento di una erosione delle acque. Io non mi ci confondo, e lascio la soluzione del problema agli studi del padre Anacleto.
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